Mozzarella di bufala "taroccata", tre indagati: scatta il sequestro nel caseificio

La merce venduta anche in Francia e in Austria

Latte sequestrato dai carabinieri
Latte sequestrato dai carabinieri
Mercoledì 8 Maggio 2024, 12:43 - Ultimo agg. 9 Maggio, 19:01
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Mozzarella venduta per Dop ma non rispondente al disciplinare: scattano sequestro e provvvedimenti cautelari per una frode in commercio.Tre persono sono state colpite da un divieto di dimora in provincia di Caserta al termine di un'indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

I carabinieri della compagnia di Capua hanno dato esecuzione nei loro confronti ad una misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Caserta. Gli indagati avrebbero messo in commercio “mozzarella di bufala campana” con marchio Dop che per origine, quantità e qualità, sarebbe risultata diversa da quella dichiarata nell’etichetta. Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una serrata indagine condotta dai carabinieri della stazione di Vitulazio coadiuvati da quelli del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno, avviata nell’agosto del 2023 e conclusa ad ottobre 2023. 

In particolare, attraverso una mirata ed ampia attività investigativa, è stato accertato che la società in questione avrebbe messo in vendita, in modo sistematico, presso il proprio punto vendita e presso altri punti vendita in Italia ed all’estero, mozzarelle di bufala campana con etichetta Dop e mozzarelle di latte di bufala asseritamente composte dal 100% di latte di bufala, che in realtà erano composte con una miscelazione di latte di bufala e di latte vaccino, quest’ultimo prodotto spesso risultato in prevalenza rispetto all’altro (laddove il disciplinare esclude la presenza di latte vaccino per la produzione di mozzarella di bufala campana).

E’ stato acclarato, inoltre, che le mozzarelle venivano distribuite ad altri caseifici della zona, a caseifici del nord e del sud Italia, oltre che in Francia e in Austria.

In particolare alcuni di questi prodotti erano destinati anche alla grande distribuzione. In questo modo si poteva ottenere un vantaggio economico rilevante, in danno dell’acquirente finale, che comprava un prodotto difforme da quello indicato nell’etichetta.

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Il preciso lavoro di raccolta ed analisi, dei dati Gps, telefonici, nonché l’ascolto delle intercettazioni telefoniche ed i servizi di osservazione, unitamente ai risultati delle analisi sui prodotti sequestrati hanno consentito di ricostruire i fatti oggetto del procedimento, sebbene, ci si trovi nella fase delle indagini preliminari e quindi senza aver ancora acquisito la ricostruzione dei fatti alternativa da parte delle difese degli indagati.

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