Se la basilica di San Pietro spalanca le porte alla benedizione delle coppie gay, in tutta l'Africa non ci sarà nessuna benedizione. «E' contro la legge di Dio». La linea aperturista avanzata da 'Fiducia supplicans' - il documento papale firmato dal cardinale argentino Victor Manuel Fernandez che sta squassando la Chiesa a livello planetario - è stato rispedito al mittente da tutte le conferenze episcopali africane. Per loro sono ancora validi i principi del magistero tradizionale condensati, tra l'altro, nel Catechismo della Chiesa cattolica in cui si dice che gli atti omosessuali «sono intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale».
La posizione delle Chiese africane sul documento Fiducia Supplicans è stata a lungo dibattuta e sintetizzata in un comunicato che prima di essere diffuso è stato concordato con il Papa e con il cardinale Fernandez.
Di fatto ai vescovi africani non sono bastate le rassicurazioni del cardinale Fernandez sul fatto che le benedizioni «extraliturgiche» proposte nella Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede non sono contro il magistero e non si sovrappongono al matrimonio. I vescovi africani spiegano che la Fiducia Supplicans ha prodotto uno shock in tutto il continente: «un'onda d'urto che ha seminato confusione e inquietudine nell'animo di tanti fedeli laici, consacrati e anche pastori e suscitato forti reazioni». Per questo «ritengono che le benedizioni extraliturgiche proposte non possano essere attuate in Africa senza esporsi a scandali».
Inoltre, hanno aggiunto che non ritengono «opportuno» che l'Africa benedica le unioni omosessuali o le coppie dello stesso sesso perché nel contesto locale causerebbe «confusione e sarebbe in diretta contraddizione con l'etica culturale delle comunità africane». «Il linguaggio di Fiducia supplicans rimane troppo sottile per essere compreso dalle persone semplici. Inoltre, resta molto difficile convincere che le persone dello stesso sesso che vivono in un'unione stabile non rivendichino la legittimità del proprio status».