Boeing nella bufera per gli incidenti, lasciano l'ad Dave Calhoun e il presidente del cda Larry Kellner: «Dobbiamo continuare a rispondere con umiltà e completa trasparenza»

L'Fbi avverte i passeggeri dell'Alaska Airlines: "Vi abbiamo identificate come possibili vittime di un crimine"

Boeing nella bufera per gli incidenti, lasciano l'ad Dave Calhoun e il presidente del cda Larry Kellner: «Dobbiamo continuare a rispondere a questo incidente con umiltà e completa trasparenza»
Boeing nella bufera per gli incidenti, lasciano l'ad Dave Calhoun e il presidente del cda Larry Kellner: «Dobbiamo continuare a rispondere a questo incidente con umiltà e completa trasparenza»
Lunedì 25 Marzo 2024, 14:12 - Ultimo agg. 16:32
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Il 2024 continua a portare nuvole nel cielo del gigante dell'aerospazio Boeing che si appresta a cambiare i vertici a partire dall'amministratore delegato David Calhoun

L'anno è cominciato con l'incidente al Boeing  737 Max 9 dell'Alaska Airlines perse uno dei portelloni che "tamponano" le uscite di sicurezza non previste dalla configurazione di quel velivolo. Per fortuna l'aereo si trovava a una quota non elevata e i piloti riuscirono ad atterrare senza conseguenze per i passeggeri e l'equipaggio.  Nel mirino la filiera di assemblaggio di quei modelli che riconduce anche alla  Spirit AeroSystems, la società che produce la fusoliera del 737 Max.

L'ad lascia

E oggi l'ad Boeing, David Calhoun, ha annunciato la sua intenzione di dimettersi da numero uno della società. Calhoun lascerà alla fine del 2024. È quanto si legge in una nota. «Come sapete l'incidente sul volo dell'Alaska Airlines è stato un momento spartiacque per Boeing. Dobbiamo continuare a rispondere a questo incidente con umiltà e completa trasparenza. Dobbiamo inoltre inculcare un impegno totale alla sicurezza e alla qualità a ogni livello della società», ha detto Calhoun in una lettera ai dipendenti.

E anche il presidente del cda

Invece le dimissioni del presidente del consiglio di amministrazione, Larry Kellner, saranno effettive dalla riunione annuale che si terrà a maggio. Al posto di Kellner ci sarà Steve Mollenkopf, che fa parte del board dal 2020. Inoltre, Stan Deal, presidente e amministratore delegato di Boeing Commercial Airplanes, lascia l'azienda con effetto immediato; al suo posto, Stephanie Pope, recentemente diventata Chief Operating Officer dopo aver guidato il Boeing Global Services.

Il cambio ai vertici avviene in un momento in cui le compagnie aeree e le autorità chiedono a Boeing cambiamenti all'interno della società, dopo una serie di problemi sulla produzione e sulla qualità degli aerei, non ultimi quelli avvenuti su un aereo dell'Alaska Airlines, il 5 gennaio, costretto a un atterraggio di emergenza per l'esplosione di un portellone.

Nel premercato, il titolo di Boeing guadagna il 2,4%; dall'inizio dell'anno, perde il 27,5%.

Indagine dell'Fbi

L'Fbi ha intanto informato i passeggeri del Boeing 737 Max dell'Alaska Airlines su cui è esploso un volo un portellone di sicurezza in volo che potrebbero essere vittime di un crimine. «Vi contattatiamo perché vi abbiamo identificato come possibile vittime di un crimine», ha scritto uno specialista dell'ufficio di Seattle del Bureau nelle lettere che i passeggeri hanno ricevuto questa settimana. «Questo caso è attualmente oggetto di indagine da parte dell'Fbi», prosegue la missiva senza indicare il possibile crimine. Nei giorni scorsi il dipartimento di giustizia aveva aperto un'inchiesta penale per verificare se lo scoppio del pannello abbia violato i termini di un accordo del 2021 che ha consentito a Boeing di evitare procedimenti giudiziari per aver fuorviato le autorità regolatorie che hanno certificato il 737 Max.

Alaska Airlines nel mirino

E' inoltre emerso che Alaska Airlines fece volare lo stesso il Boeing 737 Max 9 sul quale esplose un portellone di emergenza nonostante il giorno prima ingegneri e tecnici della compagnia fossero così preoccupati per le crescenti evidenze di un problema da voler togliere il velivolo dal servizio per una manutenzione la sera dopo.

Invece, secondo il New York Times, la società decise di tenerlo in attività, trasportando passeggeri fino a quando non avesse completato tre voli che avrebbero dovuto concludersi quella notte a Portland, Oregon, dove c'era una delle strutture di manutenzione della compagnia. Prima che potesse completare il piano però un portellone di emergenza esplose in volo pochi minuti dopo il decollo del secondo volo, costringendo l'aereo ad un atterraggio di emergenza, fortunatamente senza incidenti.

I dirigenti delle principali compagnie aeree statunitensi vogliono incontrare i vertici di Boeing e ascoltare la sua strategia per risolvere i problemi di controllo qualità emersi dopo che un portellone di sicurezza è esploso in volo su un aereo di linea dell'Alaska Airlines a gennaio. Lo riferiscono i media Usa. L'incontro avrà luogo probabilmente la prossima settimana. Il direttore finanziario del colosso americano, Brian West, ha dichiarato nei giorni scorsi in una conferenza con gli investitori che il rallentamento della produzione di aeromobili - a seguito dell'incidente - farà sì che Boeing bruci da 4 a 4,5 miliardi di dollari di flusso di cassa durante il primo trimestre. «Abbiamo messo i clienti in una situazione difficile».

La morte di un impiegato

Risale inoltre ai giorni scorsi  la morte misteriosa di un impiegato che solo una settimana fa aveva testimoniato contro la compagnia. John Barnett aveva lavorato per la Boeing per 32 anni di cui oltre dieci impegnato ad occuparsi della qualità nello stabilimento di North Charleston, in South Carolina, dove si produce il 787 Dreamliner, un aereo all'avanguardia utilizzato principalmente su rotte a lungo raggio. Nel 2019, due anni dopo il suo pensionamento per motivi di salute, Barnett ha rivelato ad alcuni media che lavoratori sotto pressione della fabbrica avevano «deliberatamente» montato parti di «qualità inferiore» agli standard di sicurezza nonché di aver scoperto gravi problemi con i sistemi per l'ossigeno.

Secondo l'impiegato, i test avevano mostrato un tasso di fallimento del 25%, il che significava che una maschera su quattro in caso di emergenza poteva non funzionare. La Boeing all'epoca aveva respinto tutte le accuse e Barnett ha deciso di avviare una battaglia legale contro l'azienda accusandola di aver «denigrato la sua persona e di aver ostacolato la sua carriera» come forma di ritorsione per le rivelazioni.

L'uomo è morto a Charleston una settimana dopo essere stato interrogato dagli avvocati della Boeing e a pochi giorni da un'altra testimonianza nell'ambito della stessa causa. Il suo avvocato ha parlato di una «tragedia» senza fornire alcun dettaglio sul decesso del 62enne, mentre la compagnia si è detta «rattristata».

L'episodio non potrebbe arrivare in un momento più delicato per Boeing con il New York Times che ha rivelato le conclusioni dell'indagine sul suo modello 737 Max, avviata dalla Federal Aviation Administration dopo l'esplosione di un portellone su un volo dell'Alaska Airlines a gennaio. Secondo il rapporto, la compagnia ha fallito ben 33 verifiche su 89 con un totale di 97 casi di «non conformità».

Detersivo per piatti

Sul caso specifico del 5 gennaio, inoltre, il dipartimento di Giustizia americano avrebbe avviato un'indagine penale e contattato passeggeri ed equipaggio. La Faa ha condotto anche 13 audit su Spirit AeroSystems, la società che produce la fusoliera del 737 Max, di cui sette hanno dato risultati negativi. Durante i test, in un caso l'agenzia per la sicurezza aerea Usa ha osservato i meccanici della Spirit usare «la chiave magnetica di un hotel per controllare la guarnizione del portellone». In un altro hanno usato «il detergente liquido per i piatti Dawn come lubrificante nel montaggio del portellone».

Come se non bastasse, altri modelli Boeing sono stati protagonisti di incidenti negli ultimi giorni: almeno 50 persone sono rimaste ferite su un 787 della LATAM Airlines che ha perso improvvisamente quota per un problema tecnico. L'8 marz, un Boeing 777 della United Airlines diretto a Osaka ha perso una ruota subito dopo il decollo dall'aeroporto di San Francisco con i rottami che sono finiti su un parcheggio. Nessuno è rimasto ferito, ma la Faa ha aperto un'indagine.

Lo stesso giorno un 737 Max è uscito fuori pista finendo sull'erba all'aeroporto George Bush di Houston, anche in questo caso nessun ferito ma tanta paura tra i passeggeri e molte domande alle quali il gigante americano dovrà rispondere.

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