Napoli, l'arcivescovo Mimmo Battaglia incontra gli studenti a Scampia con Gratteri: «Fidatevi di chi ha il coraggio di ascoltarvi»

L'incontro è stato organizzato in collaborazione con il rettore della Federico II Matteo Lorito e il procuratore Nicola Gratteri

Napoli, il vescovo Mimmo Battaglia incontra gli studenti a Scampia: «Fidatevi di chi ha il coraggio di ascoltarvi»
Napoli, il vescovo Mimmo Battaglia incontra gli studenti a Scampia: «Fidatevi di chi ha il coraggio di ascoltarvi»
Mercoledì 8 Maggio 2024, 14:23 - Ultimo agg. 21:20
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«State sempre dalla parte della vita, ascoltate Gratteri che è testimone credibile dell'impegno di legalità, giustizia e cambiamento. Tutti noi abbiamo bisogno di testimoni credibili e a voi dico di stare attenti ai seduttori, distinguendoli dagli educatori, diffidate di coloro che parlano di voi ma non hanno umiltà e coraggio di parlare con voi e di ascoltarvi».

Lo ha detto a circa mille studenti dei licei e di alcune medie di Scampia l'arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, che ha organizzato alla Parrocchia della Resurrezione in piazza della Libertà l'incontro «La prevenzione della devianza in adolescenza» con il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il rettore dell'Università «Federico II» Matteo Lorito. Battaglia ha detto che «questo momento non è un punto di arrivo, se l'incontro dovesse terminare senza continuità rischiamo di aver lavorato a vuoto.

Dio ama gli umili che dicono di aver sbagliato, proprio perché vuol dire poter ritrovare la propria vita e per me è bello pensare e credere che voi siate innamorati della vita. Non sprecate questi anni che non torneranno più, credete in voi, nella forza che c'è dentro e non date mai in appalto a nessuno la vostra coscienza».

L'arcivescovo ha raccontato dal palco la storia di un giovane, Stefano, conosciuto da lui a Catania: «Mi venne a raccontare la sua vita. Aveva perduto suo papà e andò via da sua madre, che stava vivendo una nuova storia, a 13 anni scappando di casa. Conobbe la droga, il carcere, la malattia, vedendo morire i suoi amici chi per Aids, chi per overdose. Mi disse di essere sieropositivo, che bastava una febbre per ucciderlo, e che aveva il rammarico di non aver detto a sua madre “ti voglio bene”. Mi chiese aiuto, parlammo dalle 9 di sera alle 2 di notte, e Stefano entrò poi in comunità riscattando la propria storia, riconciliandosi con la sua mamma e rimase poi in comunità per aiutare altri ragazzi a uscire dal tunnel della morte. Capì che la vita è bellissima e va vissuta fino in fondo» ha concluso.

«I camorristi sui social, su Tiktok si fanno vedere ricchi e potenti perché voi li possiate invidiare, ma quella è una trappola per farvi avvicinare a quel mondo che non esiste, è solo per pochi ed è temporaneo. Non è detto che un capomafia riesca a morire nel suo letto e non è detto che non faccia venti o trenta anni di carcere» ha detto Nicola Gratteri, capo della procura di Napoli, durante l'incontro avuto con gli studenti.«La vostra unica possibilità di riscatto - ha detto Gratteri - è lo studio oppure imparare un mestiere: idraulici, elettricisti, oppure fate l'istituto agrario, imparate a coltivare una serra, fate agricoltura che non vuol dire andare a zappare. Non è importante solo laurearsi in giurisprudenza o medicina ma trovare una formazione per il lavoro. Siete sconfitti solo se state a casa senza far nulla e con il telefonino in mano. Se avete un problema non state zitti, parlate con un insegnante, con un prete, ma non state chiusi in una stanza».

A margine dell'incontro è arrivato anche il commento del rettore della Federico II Matteo Lorito «La Federico II a Scampia ha fatto un bellissimo investimento, uno dei migliori, perché sta crescendo, sta moltiplicando l'impatto come si vede anche in queste giornate con i liceali». Dall'ottobre del 2022 è infatti attiva la nuova sede della Federico II a Scampia con il Complesso Universitario federiciano che ospita i corsi di Laurea Triennale e Magistrale delle Professioni Sanitarie.

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«So che i ragazzi - ha detto Lorito - oggi ascoltano storie sull'università, vedono l'edificio, vedono gli studenti venire all'ateneo qui nel loro quartiere. E' importante che i ragazzi di qui non debbano andare per forza in centro città a vedere il palazzo antico per sentire la spinta a iscriversi e costruire un proprio futuro. Questo è il frutto della nostra fatica quotidiana, anche perché tenere aperte queste sedi non è facile. Oggi però vediamo anche i professori cominciare ad avere piacere ad insegnare in questi nuovi luoghi, e a Scampia vediamo che i ragazzi rispettano il palazzo dell'università, non ci sono vandalismi. Ci sentiamo nel pieno di una missione di sviluppo che ha portato impegno e fatica ma vediamo oggi che ne vale veramente la pena».

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