Don Merola, la solidarietà di papa Francesco: «La Chiesa è vicina a chi tutela i più giovani»

Ieri la visita del parroco in Vaticano: «Torno a Napoli con il cuore pieno di gioia»

Papa Francesco e don Merola
Papa Francesco e don Merola
di Giuliana Covella
Martedì 30 Aprile 2024, 23:30 - Ultimo agg. 1 Maggio, 13:06
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Il Papa esprime la sua vicinanza a don Luigi Merola per i ripetuti raid subiti, fino all’ultimo, il furto della sua auto di servizio. A esprimere solidarietà al presidente della Fondazione ‘A Voce d’ ‘e creature a nome del Pontefice è stato il segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin. Il cardinale ha conosciuto l’ex parroco di Forcella in via strettamente riservata ieri pomeriggio, quando ha voluto sapere dei diversi episodi che si sono susseguiti in questi mesi contro don Merola. «Torno a Napoli con tanta gioia nel cuore - ha detto padre Luigi a margine dell’incontro - sapendo che la mia “protezione” viene anche dalla mia Chiesa ufficiale».

L’incontro 

Dopo l’incontro avvenuto lo scorso 4 ottobre con Papa Francesco, a cui aveva stretto la mano dopo una visita in Vaticano, don Merola ieri è tornato nella capitale dove è stato ricevuto dal cardinal Parolin. «Mi ha espresso vicinanza a nome di sua Santità - ha spiegato il sacerdote per anni sotto scorta - ed ha particolarmente apprezzato il lavoro svolto finora con la Fondazione.

Ci infatti annunciato che a breve verrà a trovarci nella sede dell’Arenaccia per conoscere i nostri ragazzi. Perché solo con i bambini, ha detto, questa città si salverà». Un momento molto toccante e significativo per il prete anticlan più volte finito nel mirino di ignoti per il suo impegno contro la criminalità organizzata. «Ancora una volta si è valorizzato ciò che facciamo - dice - ossia il lavoro con i bambini. In effetti il progetto di ‘A Voce d’ ‘e creature è proprio questo, formando i bambini avremo cittadini onesti. Ora questo progetto è benedetto anche dalla Chiesa, dal segretario di Stato e dal nostro Pontefice».

I raid 

Dallo scorso autunno erano stati diversi i raid contro don Merola e la fondazione che ha sede in un bene confiscato ai Contini (era l’ex villa del boss Raffaele Brancaccio detto Bambù, ndr). Episodi messi a segno da ignoti contro il laboratorio di pizzeria, i motorini di alcuni educatori, fino agli atti vandalici e al furto dell’auto di servizio del parroco la notte del 24 aprile. Un’auto rubata a Marano e ritrovata dagli agenti della squadra mobile due giorni dopo a Scampia. Da qui la decisione del prefetto Michele di Bari di convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica l’altro ieri. Una seduta che ha portato alla scelta di aumentare la vigilanza al sacerdote da dinamica a dedicata.

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La fondazione 

Episodi che nascono dall’attività di padre Luigi, che da anni salva i bambini dal rischio di diventare malavitosi. In 18 anni sono stati 1.300 i minori recuperati attraverso formazione e lavoro. «Oggi sono 150 quelli che seguiamo assiduamente - ricorda - tutti minorenni di età compresa tra i 6 e i 17 anni. Per loro facciamo un doposcuola a titolo gratuito. Ecco perché rinnovo ogni volta l’appello a sostenerci. Spendiamo 300mila euro all’anno e abbiamo dieci dipendenti a tempo indeterminato, ma siamo una realtà da preservare». Di recente don Merola ha rifiutato di accogliere in fondazione i giovani affiliati ai clan malavitosi per la messa alla prova. Un motivo che potrebbe essere la causa dei ripetuti atti vandalici. «Ma non mollerò e continuerò a salvare i bambini dalla camorra», conclude.

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