Miracolo di San Gennaro a Napoli: il sangue si è sciolto a Santa Chiara alle ore 18.38

Monsignor Battaglia parla al cuore dei potenti nel corso della sua omelia

Il miracolo di San Gennaro all'interno di Santa Chiara
Il miracolo di San Gennaro all'interno di Santa Chiara
Marco Perillodi Marco Perillo
Sabato 4 Maggio 2024, 16:00 - Ultimo agg. 22:27
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Il sangue di San Gennaro si è sciolto oggi alle 18.38. L'annuncio, all'interno della Basilica di Santa Chiara, è stato dato dall'abate Vincenzo De Gregorio, al termine della processione. Contemporaneamente l'arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, ha mostrato l'ampolla ai fedeli ed è stato sventolato il fazzoletto bianco, simbolo dell'avvenuto prodigio. L'annuncio è stato accolto dall'applauso dei fedeli che riempiono la Basilica sia all'interno che all'esterno.

Si ripete così il cosiddetto «miracolo di maggio», dopo che il sangue era stato prelevato in forma solida all'interno della Cappella del Tesoro alle 16.30. Il prodigio si è dunque verificato nel corso della processione della reliquia che dal Duomo è arrivata a Santa Chiara. 

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Decine e decine di fedeli, ma anche turisti, hanno affollato la Cappella del Tesoro di San Gennaro e hanno partecipato alla processione tra i vicoli del centro storico. Un'attesa accompagnata dai canti e dalle litanie delle 'parenti di San Gennaro'. Presente anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

Il «miracolo di maggio», a differenza di quelli che si ripetono il 19 settembre e il 16 dicembre, non avviene nel Duomo ma è accompagnato da una processione che parte dalla chiesa cattedrale e attraversa il centro antico della città per concludersi a Santa Chiara. La processione si svolge in ricordo della traslazione delle reliquie del Santo dal cimitero posto nell'Agro Marciano, territorio oggi ricadente nel quartiere Fuorigrotta, alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate per questa ragione Catacombe di San Gennaro, ed è detta anche «processione degli infrascati» per la consuetudine del clero di proteggersi dal sole coprendosi il capo con corone di fiori.

 

La processione è tornata a svolgersi nel 2022 dopo tre anni di assenza, nel 2019 per maltempo e nel 2020 e 2021 per le restrizioni legate alla pandemia da Covid.

«Aiutaci a raggiungere coloro che gemono nelle prigioni della solitudine, i tanti anziani e ammalati che a causa della cultura dello scarto vengono messi ai margini da tutti, dimenticati dalla comunità: che il nostro farci prossimi li liberi dalla credenza di essere soli, dia conforto al loro dolore, rigeneri la loro speranza e converta i criteri efficientistici di una società che dimentica troppo spesso che ciò che ci rende umani non è il denaro, che riusciamo a guadagnare, ma l'amore che siamo capaci di donare» ha detto nel corso della sua omelia monsignor Domenico Battaglia. «Donaci - ha proseguito - la grazia di testimoniare il Vangelo di Cristo, la sua Parola che abbatte ogni muro di inimicizia e di divisione nei tanti ghetti che nella nostra metropoli si creano, ghetti nei quali sembra non battere mai il sole della giustizia soprattutto per tanti bambini, ragazzi e giovani costretti a crescere in territori difficili con meno possibilità dei loro coetanei.

Fà che la presenza della comunità cristiana in queste tante periferie continui ad essere lievito di giustizia e sale capace di condire con il sapore della speranza ogni periferia, sociale ed esistenziale».

«Non dimentichiamolo mai che questo sangue è il segno di un sogno di salvezza, di speranza, di fiducia, non è un oracolo da consultare ma una bussola da seguire perché sempre ben orientata a Cristo, origine e meta del nostro cammino, della nostra storia, della storia del mondo» ha proseguito Battaglia. «L'amore è il miracolo più grande del nostro Patrono - ha aggiunto - la solidarietà evangelica il vero tesoro che ci ha lasciato in dono, la sua capacità di abbandonare perfino la propria sicurezza per soccorre il fratello prigioniero del male e del dolore è il suo prodigio più prezioso. Per questo, beato Gennaro, come vescovo di questa chiesa napoletana mi rivolgo a te con cuore fiducioso, sapendoti fratello e padre nella fede, discepolo e testimone che dal cielo continua a camminare accanto ai travagli e alle fatiche della nostra chiesa e del nostro popolo». 

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