Napoli, chiesa di San Giovanni a Carbonara: sfregiato lo scalone d'ingresso di recente restaurato

Era stato messo a nuovo solo nel 2022

Chiesa di San Giovanni a Carbonara
Chiesa di San Giovanni a Carbonara
di Antonio Folle
Sabato 17 Febbraio 2024, 12:03 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 10:26
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Ha resistito meno di due anni il restauro dello scalone che fa da ingresso monumentale alla chiesa di San Giovanni a Carbonara, considerata tra le più belle di Napoli e d'Italia. Dopo il restauro conservativo concluso a novembre 2022 il perimetro murario esterno dello scalone costruito nel '700 dall'architetto Ferdinando Sanfelice era ritornato al suo bel colore giallo ocra. Da qualche giorno, però, sulla superficie esterna della muraglia sono comparsi i soliti e immancabili imbratti fatti con vernice nera. Un vero e proprio "marchio di fabbrica" dell'incivilità dilagante che non sembra avere alcuna pietà dell'immenso patrimonio storico-culturale della città e che comincia a destare serie preoccupazioni. 

Per il momento, come ha testimoniato l'attivista Umberto Romano, si tratta ancora di poche scritte e disegni - tra i quali spicca l'irriverente “Forza Napoli” proprio all'ingresso dello scalone -, ma come per avvenuto anche in altri casi simili non è difficile aspettarsi altri sfregi del genere in poco tempo.

L'intera zona, nonostante l'enorme importanza storica che riveste, è da diversi anni nella morsa del degrado più assoluto.

E a poco sono serviti gli interventi realizzati nel corso degli anni dalle amministrazioni comunali che si sono susseguite. Per contrastare un degrado sociale ed umano figlio di una altrettanto degradante ignoranza non possono bastare interventi di restauro, riaperture di parchi o rifacimenti di strade. Per constrastare efficacemente un fenomeno, quello dei raid vandalici ai danni del patrimonio storico della città, sarebbe necessaria una potente opera di informazione a cominciare dalle scuole. È infatti risaputo che, almeno nella maggioranza dei casi, i responsabili di questi atti di vandalismo sono giovani e giovanissimi “annoiati” e molto poco informati circa il valore dei monumenti presi di mira.

Capitolo a parte sulla sorveglianza. Al termine dei restauri, infatti, il complesso di San Giovanni a Carbonara fu al centro di un'aspra polemica a causa dell'impossibilità, da parte del Comune di Napoli, di garantire un adeguato servizio di sorveglianza. Resta però oscuro come oggi sia possibile continuare ad imbrattare impunemente i monumenti nonostante leggi sempre più stringenti e nonostante la presenza di decine di telecamere che dovrebbero, almeno in teoria, fare da deterrente e impedire atti di vandalismo che stanno aumentando vertiginosamente.

«Noi come Comitato Portosalvo - afferma Antonio Pariante - stigmatizziamo questi scempi e sollecitiamo l’amministrazione Manfredi a fare buon uso delle telecamere per perseguire i vandali e arginare il fenomeno dei graffiti selvaggi con le nuove norme di Legge emanate dal ministro Sangiuilano. La Legge c'è e si sta cominciando ad applicare in tutta Italia, anche a Napoli serve un cambio di rotta».

Quando fu posata la prima pietra per la costruzione della chiesa, nel 1339, l'intera area era destinata allo smaltimento dei rifiuti. Nel corso dei secoli la chiesa ha assunto importanza sempre crescente anche per volontà del re Ladislao - a cui è intitolato il parco pubblico adiacente - che volle essere seppellito in questa chiesa. E infatti il suo sontuoso seplocro, alto 18 metri e attribuito allo scultore Andrea da Firenze, risulta essere ancora oggi uno dei monumenti più famosi del mondo.

Durante il rinascimento il complesso di San Giovanni a Carbonara divenne meta d'incontro per l'intellighenzia partenopea dell'epoca e fu proprio sotto le volte della bellissima chiesa trecentesca che si esibì un giovanissimo Mozart, di passaggio a Napoli per uno dei suoi celebri tour. Una storia importante, quella del complesso di San Giovanni a Carbonara, che meriterebbe ben altre attenzioni che le orribili scritte di qualche ragazzino scocciato e armato di bombolette di vernice nera. 

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