«Giù Palazzo Fienga a Torre Annunziata», nuovo colpo di scena per il fortino dei clan

C’è l’accordo per la demolizione, scartato il piano della ristrutturazione

Palazzo Fienga
Palazzo Fienga
di Maurizio Sannino
Giovedì 21 Dicembre 2023, 23:08 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 12:00
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Palazzo Fienga, simbolo e fortino della camorra di Torre Annunziata, per decenni roccaforte del clan Gionta, sarà demolito. Una svolta per la città commissariata per infiltrazioni camorristiche e dopo anni di indecisioni e polemiche sul destino del palazzo. Sulle macerie del palazzo e su quello che resta all’interno, compresa la settecentesca scala all’ingresso, sorgerà un parco cittadino con vista sul mare, con verde, panchine e giostrine per i bambini. 

Negli Anni ottanta Palazzo Fienga fu ripetutamente agli onori della cronaca nera per guerre di camorra e spaccio di droga.

I dubbi hanno definitivamente lasciato il posto alle certezze. Manca soltanto qualche dettaglio da limare tra le parti che ieri hanno sottoscritto l’accordo: la commissione straordinaria che guida il Comune dopo lo scioglimento del Consiglio, il commissario nominato dal governo per la ricostruzione e la riqualificazione del palazzo (ipotesi iniziale dopo lo sgombero), l’Agenzia per i beni confiscati, la soprintendenza, l’Agenzia del demanio, il ministero dell’Interno e quello per i beni culturali, è stato di fatto raggiunto. 

Alla base della decisione, che arriva dopo un lungo periodo di riflessione, ci sono, oltre a ragioni legate allo sviluppo urbanistico e alla bonifica dei luoghi, anche motivi economici. Quindici milioni per la realizzazione del parco, preferiti ai quasi quaranta milioni per la realizzazione della cittadella della legalità prevista all’inizio. L’annuncio dell’accordo è stato dato ieri mattina dal commissario straordinario del comune di Torre Annunziata, Enrico Caterino, nel corso della conferenza di bilancio di fine anno, nelle stanze del municipio a palazzo Criscuolo, con i commissari Fernando Mone e Marco Serra, il nuovo amministratore della “PrimaVera” Eugenio Piscino, il dirigente dell’ufficio tecnico Valentino Ferrara, e il comandante della polizia municipale, Giovanni Forgione. 

La demolizione di palazzo Fienga il segnale della svolta. «Premesso che a noi – attacca il commissario Caterino – non piace demolire, è evidente che questa città potrà migliorare soltanto attraverso un riassetto urbanistico. Torre Annunziata ha bisogno di spazi perché gli standard urbanistici sono molto al di sotto della percentuale minima prevista per legge. Dobbiamo creare spazi. A Torre Annunziata mancano verde e parcheggi. La qualità della vita – continua – dipende molto da una idea di sviluppo urbano. Ecco perché – puntualizza Caterino – il progetto iniziale di palazzo Fienga è stato smantellato e abbiamo portato tutti gli enti sulla strada della demolizione. Il palazzo non ha vincoli. Manca - precisa – solo il passaggio politico con il commissario per la ricostruzione: occorre una modifica del mandato. Oltre alla demolizione - conclude Caterino – ci sarà la riqualificazione di spazi attigui con espropri». 

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La demolizione dovrebbe finalmente dare un impulso concreto all’idea di sviluppo urbanistico di tutta l’area del centro storico, mettere in moto la macchina progettuale per un territorio che si estende fino al “famoso” quadrilatero delle carceri, quell’agglomerato di palazzi fatiscenti e macerie, abbandonato da decenni dall’epoca del post terremoto. «Anche per quell’area - riprende Caterino – la strada è stata tracciata. Vogliamo lasciare alla prossima amministrazione e per il futuro della città, qualcosa che possa ricondurre all’ottimismo e alla fiducia». Per il commissario Fernando Mone: «La demolizione di palazzo Fienga rappresenta soprattutto l’eliminazione di un simbolo della illegalità da cui far partire la rinascita».

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