Ischia, blitz della Procura: caccia al piano antifrane, fari puntati su dieci anni di atti

Cosa è stato fatto a tutela di case e cittadini, in un periodo compreso tra il 2012 e il 2022

La frana a Casamicciola ha causato dodici vittime
La frana a Casamicciola ha causato dodici vittime
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Domenica 28 Aprile 2024, 23:04 - Ultimo agg. 30 Aprile, 11:59
4 Minuti di Lettura

Alla luce delle richieste inoltrate non si fa fatica a capire in che cosa consista la traiettoria investigativa. Alla luce dei quesiti posti al segretario comunale di Casamicciola, non è impossibile interpretare il ragionamento della Procura a distanza di due anni dalla frana killer, quella del 12 morti travolti dal fango. In sintesi, gli inquirenti vogliono capire cosa è stato fatto in dieci anni per adeguare il comune ischitano a un moderno piano di protezione civile.

Cosa è stato fatto a tutela di case e cittadini, in un periodo compreso tra il 2012 e il 2022, vale a dire quando era necessario attrezzare le risposte adeguate contro piogge torrenziali e dissesto idrogeologico. Inchiesta sulla frana di Casamicciola, la novità risale a qualche settimana fa: gli inquirenti hanno convocato in Procura Simona Accomando, da qualche mese segretario comunale di Casamicciola, ascoltata come potenziale persona informata dei fatti.

E le hanno notificato un ordine di esibizione degli atti, nel tentativo di circoscrivere lo spettro delle indagini condotte all’indomani del dramma che si è abbattuto su un pezzo di isola verde. Ricordate? Siamo tra il 25 e il 26 novembre, piogge torrenziali, un costone franato, 12 morti. Un evento che, a giudicare da quanto emerso dalle ricostruzioni immediate, era largamente prevedibile: nel 2009, una ragazza era stata travolta dal fango, in una circostanza molto simile, provocata dal dissesto e dalle piogge autunnali.

Fatto sta che oggi, a distanza di due anni dai fatti, la Procura esce allo scoperto.

Inchiesta per disastro, si parte dalla convocazione del segretario comunale, ma anche dalla richiesta di atti.

L’ordine

Stando all’ordine di esibizione notificato dai carabinieri un mese fa, le indagini puntano a stabilire cosa è stato fatto per mettere al sicuro il comune di Casamicciola. In sintesi, i pm chiedono di conoscere gli ordini del giorno di giunta e consiglio comunale dal 2012 al 2022; ma anche i verbali delle rispettive sedute dei due organi istituzionali; le composizioni delle giunte che si sono succedute e le rispettive deleghe assegnate agli assessori. E non è tutto.

Al centro del lavoro della Procura, si punta ad accertare quando - e in che termini - è stato allestito il piano di protezione civile comunale, vale a dire lo strumento necessario a fronteggiare emergenze come quelle provocate dal maltempo nell’autunno del 2022.

Un’indagine che sembra puntare ad accertare eventuali responsabilità locali, territoriali, nella definizione delle risposte da mettere in campo a tutela dei cittadini. Inchiesta condotta dai pm Mario Canale e Stella Castaldo, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, da giorni si lavora in Comune per adeguarsi alle richieste della Procura e per garantire un’immediata consultazione degli atti finora richiesti. Massima disponibilità da parte del Comune ischitano, rappresentato dal penalista napoletano Gennaro Tortora, per aderire alle sollecitazioni degli inquirenti e garantire il doveroso accertamento dei fatti.

A dare la stura a questa richiesta di carte, c’è il lavoro di due consulenti che hanno lavorato per oltre un anno e mezzo sul caso Casamicciola. Parliamo del lavoro di due docenti di Bologna, che hanno messo a fuoco le richieste del governo centrale in materia di programmi da predisporre sui territori a rischio frana, le delibere di giunta regionale, per finire poi alla condotta dei singoli amministratori locali.

Video

Il retroscena 

Come è noto, il piano di emergenza di protezione civile è uno strumento obbligatorio, specie in un contesto giudicato a rischio. C’è un prequel carico di amarezza, in questa storia, che riguarda un precedente processo condotto a Napoli e terminato con una sorta di nulla di fatto. 

È il caso della frana del 2009, quella che travolse la vita della 15enne Anna De Felice. Un episodio drammatico che avrebbe dovuto spingere le giunte che si sono succedute nei successivi tredici anni a organizzare un piano di ripulitura del costone, a cominciare dai canali di scolo, per evitare altre sciagure. Una storia quella di Anna De Felice che suona come beffarda, a partire da un altro aspetto: come raccontato un anno fa, sul processo per la morte di Anna De Felice si è abbattuta la mannaia della prescrizione.

Oggi, proprio per evitare lunghe battaglie a colpi di perizie e consulenze, le domande dei pm sono sempre le stesse: quanto era prevedibile la frana del 2022? E cosa è stato fatto?

© RIPRODUZIONE RISERVATA