Benevento, bimba di tre anni finisce al Santobono: esclusa la meningite

La piccola trasportata venerdì a Napoli dal Rummo-San Pio grazie all’elisoccorso

L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli
L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli
di Luella De Ciampis
Domenica 5 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 14:20
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Scongiurato dall'esito negativo della puntura lombare, il rischio di meningite per la bimba di tre anni di Benevento trasportata venerdì mattina dal Rummo all'ospedale Santobono di Napoli in eliambulanza, dopo essere stata intubata per sospetta meningite o encefalite.

Convulsioni febbrili complesse, ma per fortuna niente di grave. Allo stato attuale c'è la certezza che non si tratti di meningite. La comparsa di sintomi compatibili con una delle due patologie, aveva allertato il nonno della piccola che di professione fa il medico, spingendolo a decidere nell'immediato di trasportarla all'ospedale cittadino.

L'equipe di medici che l'ha visitata e ha espletato i primi esami clinici, ha proceduto a intubarla e a chiamare la centrale operativa del 118 per sollecitare l'intervento dell'eliambulanza che ha provveduto al trasferimento della bambina nella struttura napoletana. Gli specialisti del Santobono hanno effettuato le analisi necessarie a isolare l'agente patogeno responsabile della malattia.

In presenza di una diagnosi positiva, avrebbero dovuto essere assunte tutte le precauzioni previste dalla normativa. In caso di meningite, è infatti necessario capire se si tratti di una forma virale, generalmente meno grave o batterica, molto più grave e pericolosa. In questo caso, bisogna individuare il ceppo responsabile dell'infezione per poterlo trattare in modo specifico e passare alle fasi successive. Come prima mossa viene informato il dipartimento di Igiene e prevenzione dell’Asl che è l'organo deputato ad attivare i protocolli previsti in questi casi per effettuare la profilassi ai contatti del malato. Quindi, tutti coloro che entrano in contatto con il malato, negli ultimi 7/8 giorni, a cominciare dai familiari, passando per i coetanei, fino ai medici e al personale ospedaliero, devono essere sottoposti a profilassi e sorvegliati per i 10 giorni successivi alla data della diagnosi, tenendo conto che sono considerati il tempo massimo di incubazione della malattia.

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Per confermare o escludere la diagnosi di meningite viene effettuato il prelievo del liquor lombare che ha il nome di rachicentesi, che consente di avere una risposta nell'arco di alcune ore. Tuttavia, in attesa dell'esito delle analisi, il paziente viene trattato con terapia antibiotica. L'encefalite è di origine soprattutto virale e viene trattata con farmaci antivirali, corticosteroidi e immunoglobuline. Può insorgere come conseguenza di una precedente infezione come influenza, varicella, morbillo, citomegalovirus. In entrambi i casi si tratta di malattie gravi che provocano sintomi severi e sovrapponibili e che necessitano di interventi tempestivi e mirati, in grado di scongiuare eventuali conseguenze invalidanti.

La meningite è caratterizzata da un'infiammazione acuta delle meningi, vale a dire delle membrane che avvolgono il cervello, mentre l'encefalite è una condizione infiammatoria dell'encefalo. La sintomatologia sia per la meningite che per l'encefalite è costituita da febbre alta, malessere generale, mal di testa, vomito, rigidità nucale, crisi convulsive e alterazioni dello stato di coscienza. Attualmente, contro il meningococco di tipo B e C esistono vaccini e anche profilassi tetravalenti che proteggono i bambini dagli altri ceppi di meningite maggiormente presenti nelle nostre aree geografiche. Il vaccino contro il meningococco B è raccomandato e gratuito per i bambini al di sotto di un anno di età ma non rientra nelle 10 vaccinazioni obbligatorie che, invece riguardano difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella. Nel Sannio, gli episodi di meningite sono rari e isolati e infatti, dal 2016 a oggi si sono verificati solo tre casi che fanno parte dei casi cosi detti “attesi”. L'ultima ad ammalarsi nel 2020 fu un'insegnante di Benevento, arrivata al Cotugno in gravissime condizioni, e dimessa qualche tempo dopo perfettamente guarita.

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