Sannio, bambini è allarme obesità: pesa l'effetto lockdown

Il 36% dei bambini, nei giorni feriali, trascorre più tempo davanti alla televisione oppure utilizzando i social

Alcuni medici nella corsia dell'ospedale
Alcuni medici nella corsia dell'ospedale
di Luella De Ciampis
Lunedì 6 Maggio 2024, 00:00
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L’effetto pandemia sui bambini ha determinato un aumento del sovrappeso e della solitudine anche nel Sannio, dove il 36% dei bambini, nei giorni feriali, trascorre più tempo davanti alla televisione oppure utilizzando i social e giocando on line. La media scende di qualche punto nel fine settimana ma i dati sono comunque poco confortanti e in linea con il nuovo report dell’Oms Europa, che conferma un rapporto molto stretto tra la pandemia e l’incremento del tasso di obesità tra i bambini nella fascia di età compresa tra i 7 e i 9 anni.

Il Covid-19, il lockdown, le lezioni on line hanno influito in maniera determinante soprattutto sui più piccoli, che hanno perso una grossa fetta di socialità in una fase delicata dell’età evolutiva, condizionando il carattere di alcuni.

In quella fase si è ricominciato a cucinare in casa, a preparare le merende «della nonna», ma la sedentarietà imposta dall’impossibilità di frequentare palestre, campi da gioco, piscine, ha portare i bambini a isolarsi e a mangiare molto di più senza bruciare le calorie introdotte. L’unico effetto positivo è stato quello di riscoprire la famiglia, di trascorrerci più ore e di consumare tutti i pasti insieme.

I «CONTRACCOLPI»

Gli effetti negativi sui più giovani sono sicuramente relativi alla loro salute fisica e psichica nel dopo, strettamente collegate tra di loro. Come confermano i dati Oms, nel Sannio ci sono 18.000 pazienti con diabete di tipo 1 e 2, ma ci sono anche altre 10.000 persone che non sanno di essere malate. Per questo, vengono proposte con cadenza ciclica attività di screening di massa, che consentono di acquisire coscienza della propria condizione e di correre ai ripari.

Tra i diabetici sono inclusi almeno mille bambini con diabete di tipo 1, 200 dei quali individuati negli ultimi due anni. L’Asl ha avviato anche una serie di iniziative nelle scuole per fare prevenzione ed educare anche i più piccoli a uno stile di vita sano, necessario a contrastare l’obesità che è madre del diabete. Infatti, l’80% delle persone con diabete di tipo 2, è obeso. Secondo gli esperti, sotto il profilo psicologico, l’idea di una minaccia invisibile ma concreta, rappresentata dal Covid, ha avuto un effetto ansiogeno e stressante anche sui bambini, con un aumento esponenziale dei disturbi del comportamento alimentare. Si sono diffuse le ansie legate a una socialità tanto desiderata quanto percepita come potenzialmente minacciosa insieme alla paura delle malattie.

LO SCENARIO

Insomma, si tratta di un circolo vizioso che gira intorno alla segregazione obbligata, alla noia e allo stress, che hanno indotto a cercare rifugio nel cibo e all’abitudine acquisita di rimanere in casa, nella «comfort zone» dalla quale, ora, si fa fatica a uscire. La protezione da bambini e la sicurezza da adolescenti dipendono in larga misura dalla qualità delle relazioni con la famiglia ma anche con gli insegnanti, con i coetanei e con gli istruttori dei centri sportivi frequentati. Se le relazioni funzionano bene, il bambino e l’adolescente saranno potenzialmente protetti dalle difficoltà; se, invece, per qualche ragione non funzionano, ci si può ritrovare più vulnerabili.

L’emergenza pandemica ha cambiato il sistema relazionale con i bambini, con una forte limitazione dei contatti familiari allargati, con i nonni, i cuginetti ma anche con i compagni di scuola. In questo quadro, i bambini che già vivevano situazioni familiari disfunzionali, si sono sentiti ancora più vulnerabili e privi di protezione. Le chiusure attuali, in particolare l’aumento di patologie psichiatriche e di aggressività di gruppo tra gli adolescenti ne sono la dimostrazione.

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