Vino e olio, per l'Irpinia si aprono nuove opportunità di potenziamento delle due filiere d'eccellenza. La Regione ha varato il disciplinare per l'enoturismo e l'oleoturismo. Regole che mettono ordine nei comparti interessati e permettono di sviluppare l'accoglienza sul territorio provinciale, favorendo le visite di chi è interessato a conoscere i luoghi dove nascono prodotti esportati e apprezzati in tutto il mondo. «L'enoturismo e l'oleoturismo dice la delibera della giunta De Luca - rappresentano un'ulteriore e significativa risorsa per tutto il settore vitivinicolo e olivicolo, concorrendo a quella diversificazione e multifunzionalità delle attività delle imprese agricole». La Regione, in coerenza con la legislazione nazionale ed europea, con queste indicazioni intende «disciplinare, promuovere e sostenere le attività enoturistiche e oleoturistiche al fine di favorire la crescita delle filiere enologiche ed olearie, unitamente ai percorsi turistici che ad esse si collegano, per il forte legame con i territori di produzione che le connota.
A tale scopo è stato istituito un gruppo di lavoro, congiunto tra l'assessorato al Turismo e l'assessorato all'Agricoltura, per l'individuazione di Percorsi Agroalimentari ed Enoturistici, con la mission di definire le azioni da sviluppare e le iniziative da attivare per la promozione dei settori».
I soggetti titolati a promuovere imprese nell'oleoturismo sono l'imprenditore agricolo, in forma singola o associata, che svolge attività di olivicoltura e produzione di olio extra-vergine di oliva, realizzando la trasformazione del prodotto in proprio o attraverso terzi; gli oleifici sociali cooperativi ed i loro consorzi ai quali i soci conferiscono i prodotti dei propri oliveti per la produzione, la lavorazione e la commercializzazione dell'olio extra-vergine di oliva; i consorzi di tutela delle denominazioni di origine (Do) e indicazione geografica protetta (Igp) dell'olio extra-vergine di oliva riconosciuti dal Ministero. Le future imprese che vorranno cimentarsi nell'enoturismo e oleoturismo dovranno promuovere attività formative e informative, di degustazione e commercializzazione delle produzioni.
«Le attività di formazione e informazione relative alle produzioni vitivinicole e olivicole del territorio, nonché alla conoscenza del vino e dell'olio, devono essere realizzate direttamente nei luoghi di produzione, riservando particolare attenzione alle indicazioni geografiche (Dop, Igp) relative all'area in cui si svolge l'attività», stabilisce il disciplinare. Le visite guidate e le iniziative a carattere didattico, culturale e ricreativo - che possono includere attività come la vendemmia didattica o la dimostrazione della raccolta delle olive - devono essere svolte presso i vigneti, gli oliveti, le cantine e i frantoi dell'azienda.