Avellino, lavoratori Asidep occupano la sede: allarme depuratori

Di fronte a questa situazione l'attenzione dell'Arpac è altissima

Avellino, lavoratori Asidep occupano la sede: allarme depuratori
Avellino, lavoratori Asidep occupano la sede: allarme depuratori
di Alessandro Calabrese
Venerdì 10 Maggio 2024, 09:48
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L'ottavo giorno di sciopero dei lavoratori dell'Asidep coincide con il primo di occupazione pacifica della sede Asi. E così il rischio di inquinamento ambientale cresce e con esso l'allarme che arriva dalle stesse maestranze per il fermo della depurazione industriale che, comunque, già andava avanti senza le controanalisi da effettuare con i reagenti chimici, non forniti dalla società da alcune settimane.

Nell'area industriale di Nusco, intanto, la vasca di accumulo del terzo impianto presenta acqua stagnante oltre che rami di alberi e vegetazione. Nelle altre due, così come accade nelle altre 12 aree industriali irpine, i livelli sono saliti e in alcuni casi il limite prima della tracimazione è davvero vicino. Di fronte a questa situazione l'attenzione dell'Arpac è altissima. «Siamo in piena attività con verifiche anche straordinarie spiega il direttore generale dell'Agenzia regionale protezione ambientale della Campania, Stefano Sorvino ma il quadro è sotto controllo. Ho raccomandato la massima accortezza a tutti i tecnici e gli operatori. Continuiamo a lavorare in stretta sinergia con i carabinieri del Gruppo Forestale e del Noe, cercando, per quanto di nostra competenza, di essere sempre pronti ad agire in ogni circostanza».

Nel frattempo, a Pianodardine si sta consumando un dramma sociale di vaste dimensioni: 53 lavoratori senza stipendio da 5 mesi hanno organizzato dei turni per la notte in modo da presidiare per 24 al giorno ore la sede dell'Asi, ente proprietario al 100% della partecipata della depurazione in liquidazione che non riesce a garantire il pagamento degli arretrati. Dopo l'incontro di mercoledì, anche ieri pomeriggio dal presidente Pasquale Pisano la delegazione di dipendenti ed Rsu ha ascoltato le stesse parole: il Consorzio non ha disponibilità economiche e lunedì si procederà all'affidamento del servizio alla Geko spa.

«Siamo di nuovo in presidio dice Antonio Caruso, impiegato storico ed ex sindaco di Andretta - per testimoniare tutto il nostro sdegno rispetto ad una politica sorda e a un presidente dell'Asi che ha grosse responsabilità su quanto sta succedendo. Forse ai dirigenti le analisi con valori fuori tabella o irregolarità rilevate non interessano perché comportano solo una sanzione pecuniaria e la società sta fallendo. Il problema vero è che i sindaci sono assenti mentre sul loro territorio si stanno sversando liquami inquinanti». Intanto, da dicembre il personale non viene pagato. «Siamo al sesto mese di lavoro gratis dice Maria Mottola, Rsu della UilM - e abbiamo comunicato da tempo che mancano i reagenti chimici, quindi le acque industriali entrano ed escono dagli impianti senza che ci siano le necessarie verifiche e le analisi complete.

Il nostro è un grido d'allarme. Per l'accordo avevamo solo chiesto maggiori garanzie ma la nuova proposta presentata per attivare la cassa integrazione è stata peggiore della precedente».

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Per Franco Cavaliere, poi, è tempo di una decisa azione legale: «Intendiamo far valere le nostre ragioni in tutte le sedi opportune, la nostra protesta è pacifica, i cancelli sono aperti e a nessuno viene impedito di entrare». Chi si scaglia contro i riferimenti politici irpini, i sindaci del cratere e i dirigenti Asi e Asidep è il segretario della Fismic, Giuseppe Zaolino: «Hanno dimostrato tutti i loro limiti, dovrebbero dimettersi. Sono tutti in fuga mentre l'ambiente è sottoposto ad un rischio enorme».

Infine, Gaetano Altieri della UilM: «Non ci meravigliamo se poi le persone non vanno a votare. L'appello va ai vertici regionali: il sindacato sta sollecitando da diverse settimane un incontro con l'assessore al Lavoro, Antonio Marchiello, che si è impegnato il 15 novembre scorso in Prefettura a risolvere la vertenza. Vogliamo chiedergli se intende ancora farlo».

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