Memorial Boscatto, a De Giorgio il torneo del ventennale

Palmese si arrende al termine di una finale vibrante solo nel primo set

Derby napoletano nella ventesima edizione del Memorial Boscatto
Derby napoletano nella ventesima edizione del Memorial Boscatto
di Silver Mele
Sabato 11 Maggio 2024, 20:46
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Vent’anni e non sentirli. Va in archivio l’edizione forse più sentita del Memorial dedicato ad Albino e Giovanni Boscatto, torneo open maschile sui campi in terra battuta del Team Boscatto di Pianura. Laddove, tra i palazzi del parco Verde pulsa forte la passione per lo sport della racchetta. Il grosso merito va ascritto al lavoro di Massimo Boscatto, ex top 100 in doppio negli anni in cui, in coppia con Stefano Pescosolido, giocava un primo turno a Wimbledon e si imponeva contro pronostico, nei Giochi del Mediterraneo di Atene, alla coppia spagnola composta da Alberto Berasategui e Alex Corretja. Correva il 1991 e i due iberici a breve avrebbero fatto il loro ingresso nella top ten mondiale, andando a sfiorare entrambi la vittoria al Roland Garros. La carriera di Boscatto, grande promessa del tennis italiano e pupillo di Adriano Panatta, finalista proprio in coppia con Pescosolido agli US Open juniors del 1988, fu invece fortemente condizionata da infortuni che ne limitarono il rendimento anche in singolare, dove il best ranking Atp recita 355 nell’aprile ‘91.

Quindi tanta serie A in giro per l’Italia, tra Roma, Milano e Napoli e una buona dose di rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e alla fine non è stato. Ma Massimo è uno che non molla, di tempra durissima e ideali spiccati, nel mondo in cui gli ideali faticano a trovare spazio. Incomincia così a lavorare da maestro, guidando negli anni ragazzi di potenziale, apprendisti di percorsi internazionali più o meno gratificanti. Dall’italo-austriaco Riccardo Bellotti, vincitore di ben 26 tornei Itf, al casertano Antonio Di Gaetano, passando per Giacomo Pirozzi e Pasquale De Giorgio.

Fino a Simone Boscatto, vincitore sui campi di casa due anni fa di un’edizione dall’altissimo tasso emozionale del Memorial dedicato a nonno e bisnonno. Oggi Simone vive, studia e lavora con il tennis negli States, laddove Massimo spera di potersi trasferire presto con tutta la famiglia per riprendere un percorso internazionale troppo presto interrotto. Intanto il centinaio di tennisti raccolti sotto la guida del giudice arbitro Alessandro Sbordone ha onorato il torneo del ventennale nelle due settimane di gara previste.

A giocarsi il titolo nella calda mattinata di metà maggio si sono trovati proprio Pasquale De Giorgio, portacolori del Tennis Club Vomero, già vincitore qualche anno fa a Pianura e 1600 delle classifiche mondiali, e Andrea Palmese, ragazzone che da qualche anno ha ripreso a giocare con continuità. Lui che da under 16 riuscì perfino a raccogliere lo scalpo del norvegese Casper Ruud, oggi numero 7 delle classifiche mondiali. Partita vibrante solo nel primo set con Palmese che si è trovato a gestire un importante vantaggio di 4-2 e 0/40, nel game di servizio dell’avversario. Niente break dopo una lotta feroce nel settimo game e De Giorgio che ha rispolverato colpi e condizione fisica più brillante per imporsi nettamente, di rimonta con lo score di 6/4 6/0. Con un andamento molto simile a quello che in semifinale gli aveva consentito di sbarazzarsi del campione Campano Fabrizio Osti.

«Sono molto contento di questa vittoria – ha raccontato De Giorgio – qui per me è davvero come stare a casa. Con Massimo e la sua famiglia ho condiviso due anni intensissimi di lavoro e di sogni. Tornare per vincere è sempre qualcosa di estremamente speciale. Ora ho in programma una serie di tornei Itf, ad incominciare dal 25mila di Reggio Emilia, per provare a scalare un pochino il ranking».

Molto soddisfatto anche Andrea Palmese che di certo a metà anno salirà di qualche gradino dalla attuale classifica nazionale di 2.6: «Non ricordo neanche più da quanto tempo non mi capitava di giocare quattro match in fila. Ho vinto partite prohibitive che mi danno fiducia e anche in questa finale ho giocato un buon primo set. Poi mi sono sciolto, soprattutto per merito del mio avversario».

«Pianura è il quartiere della mia famiglia - ci dice Massimo Boscatto - dove tutto è più complicato ma anche più bello quando si riesce a raggiungere un obbiettivo. Il mio resta quello di onorare al meglio questo sport. Come hanno fatto i due finalisti nella giornata dei vent'anni del torneo. Speriamo di ripeterci, con la dedizione e l'impegno che non mancherà mai». 

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