Miami col suo glamour è il palcoscenico della sesta tappa del mondiale di Formula 1, ma nel fervore dei preparativi e in attesa delle prime schermaglie in pista, che ospiterà sabato anche la gara sprint, al momento al centro dell'attenzione più che i piloti ci sono i tecnici. A dominare è il grande interrogativo sul futuro approdo di Adrian Newey, dopo che la Red Bull ha ufficializzato la prossima separazione dal geniale progettista, ma intanto l'Alpine ha ufficializzato l'arrivo dell'ex Ferrari David Sanchez in un ruolo apicale di gestione per cominciare a invertire la rotta di una stagione finora deludente. In vista del cambio di regolamento del 2026, le scuderie si stanno attrezzando per un lavoro di preparazione che durerà ben oltre un anno. In questa chiave, Newey - che resterà fino a inizio 2025 alla Red Bull dove però d'ora in poi seguirà solo lo sviluppo del bolide stradale RB17 - ovunque vada prenderà in mano carte e progetti solo a lavoro avanzato, ma pochi dubitano che con la sua capacità ed esperienza non possa dare una svolta decisiva. Anzi, secondo alcuni la casa di Milton Keynes si sarebbe data la classica zappa sui piedi evitandogli il classico anno di inattività.
Tra silenzi e allusioni, nel paddock i rumor danno il genio 65enne più vicino alla Ferrari rispetto ad altre soluzioni, dato che oltre al fascino della sfida di riportare al top la Scuderia, ad attrarlo sarebbero la presenza di Lewis Hamilton e le attenzioni, anche economiche, riservategli dalla proprietà.
In concomitanza con lo sbarco del circus negli Usa, un deputato ha portato il caso Andretti all'attenzione della commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti, chiedendo di chiarire per quale motivo sia stata respinta ufficialmente la candidatura del team statunitense guidato dall'ex pilota per competere nel in Formula 1 nel 2025 o nel 2026. Secondo Liberty Media, la presenza di un'undicesima squadra non avrebbe aggiunto valore al campionato, una presa di posizione messa in dubbio dal deputato, secondo cui ci sarebbero dietro «questioni di denaro». Il Congresso potrebbe convocare i dirigenti di Liberty a spiegare le proprie ragioni.