Geppi Cucciari al teatro Bellini di Napoli con il monologo sul ciclo: «Quel martedì nero che ci rende uniche»

Al Bellini l’attrice porta in scena «Perfetta», monologo del compianto Mattia Torre

Geppi Cucciari
Geppi Cucciari
di Luciano Giannini
Venerdì 3 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:11
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Oriana Fallaci: «Essere donne è una scuola di sangue: tutti i mesi offriamo a noi stesse il suo spettacolo odioso». Sibilla Aleramo: «L'organismo femminile... dinanzi ai suoi malesseri periodici si trova sempre indifeso e umiliato... Nessuna poetessa ancora, in un superamento eroico, ha analizzato questa condizione animale e sacra»: due modi di intendere il ciclo mestruale. E ha ragione la Aleramo: tanto che, ad «analizzare la «condizione animale e sacra», in tempi recenti è stato un maschio, il compianto Mattia Torre, morto nel 2019, a 47 anni (tra l’altro fu uno degli autori di «Boris»). Nel 2016 lo sceneggiatore, commediografo e regista romano scrisse «Perfetta», un monologo su quattro martedì di una donna, raccontati attraverso le differenti fasi del suo ciclo. Lo fece pensando alla sua amica Geppi Cucciari, che stasera e domani lo porterà al Bellini. A farle da cornice saranno le musiche originali di un suo conterraneo, Paolo Fresu, eccellente jazzista sardo. 

Geppi, cominciamo proprio dal ricordo di Mattia: «Ho avuto la fortuna di conoscerlo ben prima di “Perfetta”, che è stato pensato per me, e per tutte le donne.

In realtà, non esistono una scrittura maschile e una femminile, ma c’è una scrittura sensibile, delicata, consapevole, e un’altra che non lo è. Quando si usano quelle doti, si possono trattare anche argomenti che si ignorano, documentandosi come ha fatto Mattia. Per giunta, le donne condividono la vita con i maschi e, dunque, la questione riguarda tutti».

Attrice, comica, cabarettista, conduttrice radio e tv, scrittrice, la Cucciari qui manifesta non soltanto il proprio robusto temperamento, ma anche la duttilità espressiva: «Si sorride ma si riflette; perciò, ho preteso che lo spettacolo facesse tappa nei teatri di prosa. Il divertimento non è la sua caratteristica principale. Parlerei, piuttosto, di delicatezza: “Perfetta” è profondo, un po’ malinconico; e contiene un messaggio». Quale? «La mia protagonista è una venditrice di automobili, lavoro maschile; ha un marito e due figli, che hanno un nome, mentre il suo resta ignoto, perché, come dicevo prima, incarna l’intero universo femminile... e mi assomiglia anche, più di quanto non sembrerebbe». Donna impegnata, dunque: «È madre, moglie, lavoratrice, va in palestra, fa la spesa, cucina, ha una suocera con cui si relaziona periodicamente. La sua vita si ripete nella routine, ma lei nel ciclo vive i cambiamenti dettati dalle sue fasi».

Torre prende in esame quattro martedì del mese... «È stata la natura a crearle. I giorni si ripetono identici, ma lei li racconta in modo diverso perché è diversa la situazione psico-fisica in cui si trova. E sono tutti questi aspetti che rendono noi donne uniche: fragili sì, ma infinite, immense».

Il ciclo è un male o un bene? Senza dubbio esserne consapevoli fa la differenza: «Molte donne lo sono; le altre sanno le stesse cose per osmosi. Lo spettacolo ha molto da insegnare; celebra la vita, che dal ciclo nasce; e si prende qualche licenza: il mio personaggio è regolare mentre, nella realtà, spesso le fasi si sovrappongono; comunque sia, le spettatrici potranno identificarsi e gli spettatori impareranno a conoscere meglio le loro donne». 

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Come si sta evolvendo la storiaccia della truffa on line con l’uso del tuo volto? «Mi hanno associata a prodotti dimagranti, poi a pubblicità finanziarie... sono spaventata, ho postato avvisi sui miei social, ho avvertito la polizia, ma in molti mi ripetono che i responsabili non violano gli standard e le leggi. Non posso farci niente, se non mettere in guardia il mio pubblico: non c’entro nulla con quella roba». Domani, prima della replica al Bellini, ha accettato di incontrare, alle 16.30, i giovani attori e spettatori del Nest, teatro di frontiera, a San Giovanni a Teduccio: «Sì, ho accolto con piacere l’invito di Francesco Di Leva, che con i suoi soci svolge un ruolo prezioso in periferia. Onoro la parola data a un amico, che tanto ama la sua città. E io sono al suo fianco», conclude Geppi, forte anche del successo riscosso su Raitre con «Splendida cornice» con trovate come il tavolo tutto al femminile per parlare di Suv e impotenza, rispondendo/parodizzando la puntata di «Porta a porta» con soli uomini a discutere di aborto.

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