Gaza, Mattarella: «Nessuna pace se premia l'aggressore». E a Netanyahu: «Si fermi»

Il Capo dello Stato all'Onu

Gaza, Mattarella: «Nessuna pace se premia l'aggressore». E a Netanyahu: «Si fermi»
di Andrea Bulleri
Mercoledì 8 Maggio 2024, 06:58 - Ultimo agg. 08:21
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ROMA Si unisce all'appello rivolto a Netanyahu dal segretario generale Onu Antonio Guterres, a «evitare operazioni militari a Rafah» per «la drammaticità delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi». Condanna l'aggressione russa all'Ucraina, che ha «riportato indietro le lancette della storia» e dissipato in pochi mesi «il dividendo della pace».

E ricorda lo sforzo italiano per raggiungere una soluzione pacifica al conflitto alle porte dell'Europa. Purché sottolinea di pace equa si tratti: e non di «qualsiasi soluzione, o tantomeno una che premi l'aggressore e mortifichi l'aggredito».

Non c'è retorica nelle parole che Sergio Mattarella, a otto anni dall'ultima volta, rivolge all'Assemblea generale delle Nazioni unite. Ma l'urgenza di trasmettere un messaggio in un luogo, il Palazzo di Vetro, che di per se dovrebbe incarnare la volontà di collaborare della comunità internazionale.

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L'AVVERTIMENTO

Ecco perché, esorta il capo dello Stato, «serve un'Onu sempre più rappresentativa ed efficace», che superi «il gioco di veti reciproci che rischia di paralizzarne la vita». Per rispondere al «moltiplicarsi di conflitti regionali suscettibili di estendersi», come quello che dal 7 ottobre imperversa nella striscia di Gaza, con più di 34mila vittime civili. Mattarella, che non ha mai fatto mancare la sua vicinanza a Israele nella tragedia degli ostaggi rapiti da Hamas, dal Palazzo di Vetro di New York lancia però un avvertimento al governo di Bibi Netanyahu. È lo stesso monito fatto proprio dal segretario generale dell'Onu Guterres e condiviso lunedì sera durante l'incontro con il Capo dello Stato: un'invasione di terra a Rafah sarebbe «intollerabile» e, quindi, Israele e Hamas si accordino per «porre fine alle sofferenze». «Mi unisco all'appello affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticità delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi» le parole scandite da Mattarella.


Nell'anno del 79esimo anniversario dell'Organizzazione il Presidente ha anche indicato la rotta per una riforma che oggi appare più che mai necessaria. «Le grandi sfide transnazionali che dobbiamo affrontare, il moltiplicarsi di conflitti regionali suscettibili di estendersi, lungi dal mettere in discussione il ruolo delle Nazioni Unite ne mettono in evidenza il carattere indispensabile, cruciale, a servizio dell'umanità. Serve un'Onu sempre più rappresentativa ed efficace. Ogni strada opposta, ogni assenza, conduce a peggiorare le prospettive della condizione umana».

Infine dal Capo dello Stato è arrivato un monito contro il nucleare: «I due conflitti d'Ucraina e di Gaza hanno anche fatto riemergere sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari, come se la storia del XX secolo non ne avesse già reso evidenti le tragiche conseguenze. Il quadro pattizio per il controllo degli arsenali nucleari, così faticosamente articolato negli scorsi decenni, è un patrimonio comune a tutti gli Stati. Violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l'uso delle armi nucleari».


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