Da più di un anno Joe Biden aveva promesso che avrebbe firmato una legge per mettere al bando TikTok negli Stati Uniti, nonostante all’interno del partito democratico e della stessa amministrazione non tutti fossero concordi con il presidente. Ieri a poche ore dall’approvazione finale da parte del Senato, il presidente ha firmato il provvedimento che chiede a ByteDance di vendere tutte le quote possedute dal governo cinese della divisione del social media negli Stati Uniti. I tempi sono molto stretti: il gruppo - che negli Stati Uniti ha 170 milioni di utenti - dovrà cambiare proprietà in 9-12 mesi per evitare di essere vietato dagli store, rendendo così impossibile aggiornare l’app, facendola diventare obsoleta e difficile da usare.
I NODI DEL BANDO
Questi tempi - malgrado inizialmente si pensasse di far cominciare il divieto prima delle elezioni - permetteranno di concludere la campagna elettorale e usare TikTok per raggiungere milioni di giovani americani che ogni giorno leggono le notizie sull’app: lo stesso Biden ha aperto un profilo a febbraio per usare «ogni strumento per raggiungere gli elettori più giovani ovunque siano».
IL DOPPIO BINARIO DI TRUMP
In questo non va sottovalutata la posizione di Donald Trump che negli ultimi mesi ha completamente cambiato posizione sul tema. Nell’estate del 2020 quando era presidente, Trump aveva dato un ultimatum a ByteDance: avrebbe dovuto vendere il gruppo entro 45 giorni. Il provvedimento è stato bloccato da un tribunale e successivamente l’ex presidente ha perso le elezioni, dimenticando completamente la questione. Ora ha detto di non sostenere la decisione di un divieto contro TikTok, definendolo un regalo a Meta, il vero «nemico del popolo» americano. «Giusto perché tutti sappiano, soprattutto i giovani, che il disonesto Joe Biden è responsabile del divieto di TikTok», ha detto in un post sul suo social media Truth, aggiungendo: «È lui che spinge a chiuderlo… I giovani, e molti altri, devono ricordarselo il 5 novembre, giorno delle elezioni, quando voteranno!». Questo cambio di posizione sarebbe legato ai finanziamenti della sua campagna elettorale, che negli ultimi tempi ha avuto molti problemi economici: Trump infatti avrebbe cambiato idea dopo il suo incontro con Jeff Yass, super finanziatore dei repubblicani e proprietario del 15% di ByteDance negli Stati Uniti. Intanto TikTok subisce pressioni anche in Europa. Ieri ha annunciato la sospensione in Francia e in Spagna di Lite, un programma a premi sul quale l’Ue ha iniziato un'indagine con il sospetto che porti gli utenti «alla dipendenza». Il commissario Ue per il mercato interno, Thierry Breton, ha detto che l’indagine andrà avanti e che «i nostri figli non sono cavie per i social media».