Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Il pittore Fernando Mangone ha trasformato il Museo Archeologico di Paestum in un palcoscenico per la sua ultima performance artistica, offrendo una nuova interpretazione della famosa Tomba del Tuffatore. Di fronte alla direttrice del Parco Archeologico di Paestum, Tiziana D'Angelo, e a una delegazione del Metropolitan Museum di New York, Mangone ha portato in vita la storia antica attraverso la sua esecuzione libera e immediata, riportando le rivisitazioni e le re-interpretazioni della celebre tomba su grandi pannelli.
Mangone, profondo conoscitore di questi luoghi e dei loro tesori, ha dato vita a una performance che va oltre la mera rappresentazione artistica.
«L'arte è un messaggio all’umanità per narrare la bellezza del creato. Con la mia performance al Museo Archeologico di Paestum, ho cercato di portare in vita non solo l'antichità, ma anche le emozioni e le riflessioni che essa suscita in noi. Attraverso i colori e le forme, ho voluto offrire al pubblico un'esperienza che va oltre la mera osservazione, invitandoli a confrontarsi con la propria fragilità e mortalità, ma anche con la bellezza e la grandezza dell'essere umano nel suo viaggio attraverso il tempo». A dirlo è il pittore Fernando Mangone.
Attraverso la sua opera, emerge il senso dell'umana fragilità e la consapevolezza che la vera ricchezza risiede nell'interiorità, nell'unicità che non sfiorisce mai e si esalta con il passare del tempo. La direttrice del Parco Archeologico di Paestum, Tiziana D'Angelo, ha accolto con entusiasmo questa performance, sottolineando l'importanza di iniziative che portano l'arte e la storia a dialogare in modo innovativo.