L'Alaska rimuove il «magic bus» di Into The Wild: troppi morti per raggiungerlo

L'Alaska rimuove il «magic bus» di Into The Wild: troppi morti per raggiungerlo
L'Alaska rimuove il «magic bus» di Into The Wild: troppi morti per raggiungerlo
Venerdì 19 Giugno 2020, 12:57 - Ultimo agg. 16:18
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Il «magic bus» di Into The Wild non esiste più. O quantomeno non sarà più raggiungibile nel bel mezzo della natura incontaminata e ostile dell'Alaska. Troppi i morti per tentare l'impresa. Un elicottero dell'esercito americano ha prelevato dal Denali National Park la carcassa dell'autobus reso famoso dal libro e l'omonimo film Into the wild, riferisce oggi la Bbc. Appeso a due cavi, il bus è stato trasportato in volo verso una «destinazione sicura», hanno riferito le autorità dell'Alaska, che dovranno ora decidere cosa farne.
 


Negli ultimi anni per raggiungerlo due persone sono morte e nel 2019 cinque turisti italiani furono salvati dal congelamento. Capisco che «faccia parte dell'immaginazione popolare, ma causa di questo veicolo abbandonato e deteriorato erano necessari costosi e pericolosi sforzi di soccorso. Ed era costato la vita ad alcuni visitatori», ha detto Corri Feige, commissario per le Risorse Naturali dell'Alaska. Fra il 2009 e il 2017, le autorità hanno dovuto organizzare 15 missioni per soccorrere turisti in difficoltà.

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Nell'aprile 2019, aveva raccontato allora l'Anchorage Daily News, cinque turisti italiani, di cui non furono rese note le identità, furono salvati dopo essersi persi sulla via del ritorno dal magic bus.
Si erano allontanati di una ventina di chilometri dal tracciato e avevano chiesto aiuto con un dispositivo via satellite. Quando sono arrivati i soccorritori in motoslitta, la temperatura era fra -15 e -12 e uno dei cinque presentava sintomi di congelamento alle dita dei piedi.

 


Il percorso di 32 chilometri dello Stampede Trail, che conduce fino al «Magic bus», è pericoloso anche d'estate. Nel luglio 2019 una coppia di bielorussi in luna di miele è stata travolta dalle acque mentre attraversava il fiume Teklanika e la donna è annegata. Analoga sorte è toccata ad una turista svizzera nel 2010. Il mito dell'autobus abbandonato nella natura selvaggia nasce dal libro «Into the Wild» scritto nel 1996 da Jon Krakauer, dal quale Sean Penn ha tratto un film con lo stesso nome nel 2007.

Le due opere raccontano in forma romanzata la storia vera di McCandless, giovane cresciuto in un sobborgo benestante di Washington e laureato nel 1990 all'università di Emory, che decise di abbandonare tutto per affrontare da solo una vita nella natura. Senza dir nulla ad amici e parenti, McCandless partì in autostop nell'aprile 1992 e raggiunse l'Alaska. Qui s'incamminò per lo Stampede trail. Lungo il cammino trovò l'autobus abbandonato, che diventò il suo rifugio per tre mesi. Ma quando decise di tornare alla civiltà, il ragazzo non riuscì a superare le acque in piena del fiume Teklanika e fu costretto a tornare indietro.



Secondo il libro, McCandless sopravvisse solo per un mese e poi morì di fame e stenti sull'autobus nell'agosto 1992 all'età di soli 24 anni. Il Magic bus ora non attirerà più visitatori imprudenti. Con la crisi del coronavirus il mito dell'escursione nella natura selvaggia, lontano dal contatto con gli umani rischiava di attrarre altri turisti.

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