Spagna: sentirsi Dalì nella «sua» Catalogna

Il palazzo che ospita la casa museo di Salvador Dalì, a Figueres
Il palazzo che ospita la casa museo di Salvador Dalì, a Figueres
di Fulvio Fulvi
Lunedì 31 Marzo 2014, 12:03 - Ultimo agg. 2 Aprile, 13:00
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stato uno dei geni pi osannati e discussi del XX secolo. Basti pensare che Salvador Dal l’unico artista al mondo a cui sono stati dedicati due musei da vivente. Visitarli significa fare un tuffo nel cuore della Catalogna.



La prima tappa, allora, è a Figueres, un borgo nella provincia di Girona, dove il maestro del surrealismo nacque l’11 maggio del 1904. Ci si arriva dopo aver valicato il confine con la Francia, a Portbou, ai piedi dei Pirenei, andando verso la Costa Brava, famosa per le sue spiagge, sulla strada che conduce a Barcellona. Il teatre-museu (www.salvador-dali.org), sorprende ed emoziona il visitatore con trovate e allestimenti pensati dallo stesso artista, il quale scelse anche il luogo dove costruirlo: un antico teatro semidistrutto da un incendio durante la Guerra Civile spagnola.



Inaugurato nel 1974, il museo è ospitato in un edificio rosso mattone con bugne a forma di panino: all'esterno sembra un castello dalle torri rotonde con uova giganti (simbolo della vita intrauterina) al posto dei merli. Qui, contenuto e contenitore riflettono l’eclettica personalità del pittore catalano: le immagini oniriche dei dipinti e delle installazioni sono parte di bizzarri ambienti e visionarie scenografie, a testimoniare un celebre aforisma dell'artista: «L'unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo».



Nella sala Mae West c’è il famoso divano che riprende la forma delle labbra della bionda attrice americana, mentre nella sala del tesoro si possono Il cestino di pane (così perfetto che sembra una fotografia!) e Galarina, uno dei ritratti di Gala, moglie e musa ispiratrice di Dalì, che appare anche nell'altrettanto celebre Leda atomica. Il museo è pieno di opere che hanno sconvolto i canoni tradizionali della storia dell'arte.



Un esempio? L’Autoritratto molle con pancetta fritta e l’altrettanto inquietante Poesia d’America – Gli atleti cosmici, un coacervo di simbolismi.



L'altro approdo del tour in Catalogna è la casa museo di Dalì sulla spiaggia di Port Lligat, nella cala del Cap de Grues, a Cadqués, il villaggio dove l’artista visse quasi stabilmente dal 1930 al 1982 insieme con Gala. La spiaggia e l'isola antistante appiono in diversi dipinti di Dalì come La Madonna di Port-Lligat e L'ultima cena. Lo studio-abitazione del pittore è gestito dalla Fundaciò Gala-Salvador Dalì e si può visitare su prenotazione (www.salvador-dali.org/museus/portlligat).All’ingresso sarete accolti dall'orso bianco imbalsamato che «funziona» da lampada e porta ombrelli. La villa è arredata con mobili e oggetti stravaganti. Si possono visitare la sala da pranzo, la stanza degli armadi, l’atelier, la camera dei modelli, la sala ovale. Fuori, vicino all’uliveto, una colombaia bianca è sormontata da un grande uovo di pietra: i buchi ricavati sui muri provocano, quando soffia la tramontana, un suono simile all’ululato. Perché l'arte di Dalì sorprende non solo la vista e il tatto ma anche l'udito.



I NOSTRI CONSIGLI:



L’Hotel Empordà (www.hotelemporda.com; una doppia 130 €) a Figueres, dispone di camere che si affacciano sulla baia di Roses (dove si trova El Bulli, il celebre ristorante di Ferran Adrià). Il ristorante dell’albergo (un pasto: 70 €) propone i classici piatti catalani rivisitati con fantasia come il pa amb tomaquet, una specie di bruschetta al pomodoro insaporita con acciughe sotto sale o arricchita dal jamon serrano (prosciutto di montagna). Qui andavano spesso a mangiare Dalì e lo scrittore Josep Pla.



La Mas Pau (www.maspau.com; doppia a 100 €) è invece una masseria del Cinquecento ristrutturata, con arredi d’epoca, suite nell’antica torre e un ristorante (un pasto, 50 €) che «mette in scena» le rappresentazioni gastronomiche degli chef Toni Gerez e Xavier Sagristà, allievi di Adrià, il «padre» della cucina molecolare. A Cadaqués, il ristorante La Galiota (www.barcelona.com; 35 €) è famoso per il suo branzino al finocchio. Anche qui Dalì veniva spesso a mangiare accompagnato dalla moglie.







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