Alla scoperta di Baku, la Dubai dell'Arzebaijan

Alla scoperta di Baku, la Dubai dell'Arzebaijan
di Marco Iaconetti
Martedì 1 Aprile 2014, 13:07 - Ultimo agg. 4 Aprile, 10:03
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Perch Baku? stata l'ultima domanda rivoltami in Italia dalla simpatica hostess dell'Aeroflot, durante il check-in, ed stata la prima fattami dal poliziotto azero, che in aeroporto controllava il mio passaporto: "Why Baku?". Ho risposto ad entrambi: "Perché è un paese al di fuori della mia percezione conoscitiva e visiva".

È sempre stato un mio desiderio visitare i paesi dell'Asia centrale, fin da quando avevo letto il libro del celebre scrittore Tiziano Terzani, dal nome "Buonanotte Signor Lenin", in cui si raccontava il suo viaggio compiuto nell'estate dell'anno 1991, durante il golpe anti Gorbachev, ed anche perché nella capitale dell'Arzebaijan è nata la più grande spia della Seconda Guerra Mondiale, Richard Sorge, che fu colui che avvertì Stalin dell'invasione nazista a danno della Russia.

Arrivato a notte fonda, non ero riuscito a capire perfettamente il dinamismo di una città che attualmente sta vivendo un boom economico eccezionale, grazie alle grandi risorse petrolifere. Fin dall' antichità, il gas ed il petrolio in genere, hanno svolto un ruolo determinate nella storia azera, ed a confermarlo è il famoso tempio zoroastriano Ateshga, situato in un'area talmente satura di gas e petrolio da far si che dal sottosuolo spuntassero spontaneamente fiamme che influirono nella creazione del culto dei seguaci di Zoroastro.

La periferia, tipico esempio di urbanistica sovietica, con innumerevoli case in "linea", che costeggiavano le ampie arterie della città, se pur sporca e degradata, cominciava a dare spazio a nuovi manufatti architettonici di grande stile contemporaneo, come il nuovo museo "Heydar Aliyev", firmato dalla grande archistar irachena Zaha Hadid. Un progetto maestoso ancora in fase di costruzione, che ospiterà oltre a tre auditorium, una libreria ed un museo, e che svolgerà un ruolo chiave sia nel nuovo assetto territoriale che in quello culturale della capitale azera.

La parte centrale della città che si affaccia ridente sul Mar Caspio, e che a prima vista sembra la baia di Napoli è un bellissimo connubio tra antico e moderno, dove le vestigia della cittadella ben si inseriscono nei nuovi terrazzamenti pedonali. Lo sviluppo urbanistico di Baku, così rapido, però tiene molto in considerazione la sua memoria storica, creando un continuum tra la zona antica e la moderna. Infatti, la prima, entrata a far parte dell'Unesco dal 2003, è rimasta praticamente intatta ed è stato creato un percorso in cui si possono ammirare le bellezze monumentali locali, mentre proprio al di fuori di essa è stata realizzata una gradevole passeggiata con dei terrazzamenti e molte variopinte decorazioni floreali.

Il lungomare, con diverse ed enormi bandiera azere, è contorniato da palazzi con uno stile architettonico che ben si confanno al contesto e che sono il "leit motiv" architettonico della città. In questa nuova zona, dove anche le grandi firme italiane la fanno da padrona, è tutto un muoversi di gru, di martelli pneumatici e quant'altro, immagine di una città che sta tentando di scrollarsi addosso un peso storico fatto di sudditanza e di guerra.

La lunga passeggiata che costeggia il Mar Caspio, e che si snoda per diversi chilometri, è un alternarsi di nuovi elementi architettonici, ma anche di eleganti design urbani. La fine di questo "pezzo" di città termina vicino al Palazzo del Governo di Baku, dove sono presenti giochi díacqua, spazi aperti alternati a filari di alberi, ed una nuovo grande parcheggio sotterraneo. A ridosso del lungomare un sistema a "pettine" penetra la città mediante sottopassi che conducono nella parte della città dedicata allo svago ed al divertimento e dove è presente un'agitata nightlife. La bellezza della zona è indiscutibile, con un'illuminazione sapiente sia dal punto di vista estetico che scenografico, tanto che le luci cambiano di colore continuamente, creando una specie di caleidoscopio all'aperto.

Diversi palazzi irrompono nello skyline della capitale azera, dominata dai tre grattacieli, posizionati nella massima altura del paese e che riprendono una forma simile ad una foglia presente nelle sculture del palazzo degli Shirvanshah. Dulcis in fundo, non posso altro che esser felice di questo meraviglioso viaggio in una paese cosí diverso dal nostro, che oltre alla cultura mi ha regalato nuove amicizie e la scoperta di un popolo gentile ed educato che non mi ha fatto mai sentire uno straniero ma un azero tra gli azeri.

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