Traffico internazionale di rifiuti dall'Italia alla Tunisia: arrestato un funzionario regionale

Il procuratore: «Costo dello smaltimento dai 180 a circa 90 euro»

Traffico internazionale di rifiuti dall'Italia alla Tunisia
Traffico internazionale di rifiuti dall'Italia alla Tunisia
di Pasquale Sorrentino
Giovedì 29 Febbraio 2024, 09:42 - Ultimo agg. 1 Marzo, 07:27
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Svolta nell'inchiesta dei rifiuti italo tunisini con 16 persone colpite da misure cautelari. Si tratta della vicenda partita da Polla, in provincia di Salerno e arrivata fino in Tunisia con 4 carghi di rifiuti portati oltre il Mediterraneo senza autorizzazioni. In Tunisia furono arrestati anche dei ministri. In Italia, da questa mattina, in manette anche un funzionario della Regione Campania, manette anche per alcuni imprenditori del settore.

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Napoli, Salerno, Potenza, Catanzaro, il personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, stanno dando esecuzione a provvedimenti cautelari personali e reali, nell'ambito di una indagine, coordinata dalla Procura di Potenza, su un traffico internazionale di rifiuti speciali tra l'Italia e la Tunisia.

L'operazione vede attualmente impegnati circa 80 unità tra Carabinieri del Reparto speciale dell'Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia. L'inchiesta era scattata nel 2020, quando dal porto di Salerno partirono alla volta della Tunisia diversi carichi di rifiuti speciali stoccati come plastiche.

Una parte di quel carico fu incendiato non appena giunto in Africa e causò uno scandalo in Tunisia che costò l'arresto all'allora ministro dell'Ambiente tunisino, condannato per questa vicenda. Le indagini erano partite da Polla, in provincia di Salerno, e poi si sono estese fino ai vertici della Regione Campania. In manette sono finiti stamattina diversi imprenditori del settore rifiuti e un funzionario della Regione Campania, mentre un dirigente regionale è indagato a piede libero. Sotto sigilli sono finiti beni strumentali di almeno tre aziende che si occupano dello stoccaggio di rifiuti. I container con i rifiuti tornati dalla Tunisia sono sotto sequestro a Serre.

Ha parlato di «cannibalismo di società italiane per risparmiare quasi la metà dei costi», il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, spiegando i dettagli dell'inchiesta che ha portato a undici misure cautelari (personali e reali) nei confronti di 16 indagati per un illecito traffico di rifiuti tra l'Italia e la Tunisia.

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«Il costo dello smaltimento per le società coinvolte si abbatteva dai 180 euro a tonnellata a circa 90 euro», ha spiegato. «Per risparmiare sui costi - ha aggiunto - non si può pensare di trasformare Paesi vicini in luoghi di smaltimento di ciò che nel nostro paese non si può più recuperare. Vi sono esuberi in Italia di rifiuti non più recuperabili, che andrebbero smaltiti a costi elevatissimi e che si cerca di svicolare attraverso marchingegni che portano discredito al nostro paese». Oltre alle misure personali, la Procura ha eseguito una serie di sequestri di beni alle società coinvolte pari all'illecito profitto maturato che è di oltre due milioni di euro.

Nel corso dell'attività ci sono stati anche tentativi di occultare beni di una delle società coinvolte, attraverso l'acquisizione di altre società «al momento oggetto di indagine». I rifiuti, ora trasferiti presso il comprensorio militare di Serre (Salerno) sono stati campionati - risultati non corrispondenti al codice di riferimento della qualità - e saranno smaltiti con costi a carico della Regione Campania. 

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