Rilievi al laser scanner, studi ravvicinati sulle murature e indagini archeologiche, ne hanno ricostruito l’intera struttura, rivelandone dettagli e soluzioni costruttive fino ad oggi poco note. E sarà questo complesso monumentale il tema della conferenza virtuale che andrà on line mercoledì 8 aprile alle ore 16:30 (visibile all’indirizzo https://www.ostiaantica.beniculturali.it/it/vediamoci-a-ostia-antica/).
Uno spettacolo da seguire a casa in questo momento di quarantena per le misure di sicurezza dettate dall’emergenza coronavirus (e che impongono la chiusura del parco). Immagini, video, ricostruzioni tridimensionali, sfileranno attraverso il racconto del professore Alessandro Viscogliosi e di Daniele Bigi. Il Caseggiato del Serapide si inserisce in un momento importante della vita di Ostia Antica. Complice le ambizioni, la sensibilità e le energie di un imperatore come Adriano che impose una regia innovativa nella gestione degli spazi urbani, innescando un autentico boom edilizio. Questo edificio doveva conciliare un’aura monumentale, estro architettonico con l’efficacia della densità abitativa. La sua complessità infatti doveva assolvere alla necessità di ospitare grandi appartamenti ad uso residenziale sopra un cortile porticato su cui si affacciavano botteghe. Rappresenta davvero uno dei primi esempi di palazzo a corte.
La costruzione risale al 126 e 127 d.C, come testimoniano i bolli laterizi e oggi forma un blocco contiguo con le adiacenti Terme dei Sette Sapienti e il Caseggiato degli Aurighi, affacciato su via della Foce.
Deve il nome ad un sacello raffigurante il dio Serapide in trono, in stucco dipinto, fiancheggiato da due pannelli che riproducono la sua compagna Iside. «È l’ennesima testimonianza di culti orientali, in questo caso di origine egiziana, diffusissimi ad Ostia durante l’impero - racconta Barbera - prova di quel meraviglioso melting pot culturale che la città portuale doveva essere».