Attentato Tel Aviv - Doveva essere una serata da passare in allegria, per quel gruppo di giovani turisti arrivati in Israele solo poche ore prima per trascorrere qui, a Tel Aviv, la Pasqua. Stavano camminando vicino a un parco, il Charles Clore che costeggia il lungomare verso Giaffa. La città, come accade tutti i venerdì sera all’ingresso dello Shabbat, ha già cambiato i suoi ritmi. Il traffico si riduce al minimo, i suoni e i rumori arrivano ovattati. Ma all’improvviso nella bella Promenade illuinata irrompe un’auto che - come documentano le telecamere di sorveglianza - a grande velocità invade lo spazio della pista ciclabile e travolge un gruppo di persone che sta camminando. È il caos e il dramma si capisce in un attimo. Per terra, purtroppo senza vita, resta Alessandro Parini, un giovane avvocato romano di 35 anni. Poco più in là ci sono diversi altri feriti: un trentanovenne e una ragazza di 17 anni. Le loro condizioni non sono gravi: sono stati ricoverati nel grande ospedale Ichilov di Tel Aviv. Ferite lievemente altre quattro persone, probabilmente due italiani di 55 e 40 anni, e tre britannici, tra cui una donna di 70 anni e un uomo di 50. L’attentatore, Yusef abu Jaber, 45 anni un arabo israeliano di Kfar Kassem (la cui abitazione è stata perquisita nella notte) viene raggiunto da un gruppo di agenti della vicina stazione di Polizia che lo colpiscono a morte prima che possa usare la sua pistola o fuggire.
Attentato a Tel Aviv, la ricostruzione
La dinamica dell’attentato non è ancora del tutto chiara: a tarda sera, infatti, circolavano ancora versioni contrastanti.
Le reazioni
La notizia è immediatamente rimbalzata a Roma. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni, ha espresso subito «il proprio profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia della vittima, dei feriti e solidarietà allo stato di Israele per il vile attentato» ed è rimasta in contatto con le autorità dello stato ebraico per seguire gli aggiornamenti «Orrore e profondo sgomento per il vile attentato», è stato espresso in un tweet della Farnesina che ha attivato la Unità operativa di crisi. Il premier israeliano Netanyahu ha dato disposizione di richiamare tutti i riservisti della guardia di frontiera nel timore - evidentemente più che concreto - di una ulteriore escalation delle violenze che hanno insanguinato l’intera settimana. Intanto esulta Hamas: la Jihad islamica plaude all’attentato e commenta che «si è trattato della risposta naturale e legittima ai crimini dell’occupazione contro il popolo palestinese». E in qualche villaggio dopo che è circolata la notizia ha brindato e offerto dolci ai passanti.