Subito una legge contro il caro voli. Non solo moral suasion quindi, ma un intervento normativo per mettere sotto controllo le pratiche commerciali scorrette e i connessi programmi di intelligenza artificiali che elaborano le tariffe aeree, spesso moltiplicando i costi per i passeggeri con gli algoritmi automatici. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato molto duro con le compagnie aeree convocate ieri al dicastero per fornire spiegazioni sull’andamento anomalo dei prezzi.
Dopo i rialzi record di questi mesi, il governo ha deciso di prendere un provvedimento urgente, un decreto da varare probabilmente al prossimo cdm, per alleviare il peso che grava sempre di più sulle tasche degli italiani, soprattutto in alcune tratte, come i collegamenti tra Roma e Milano e quelli con gli aeroporti sardi e siciliani.
LE TAPPE
E proprio con il ministro dei Trasporti sarà affrontato il nodo della continuità territoriale, sia «in sede europea sia in sede nazionale». Anche qui l’obiettivo è aumentare i voli e contenere i costi, soprattutto nella stagione estiva, a vantaggio dei viaggiatori. Nel corso del suo intervento Urso ha ribadito l’urgenza di un’inversione di tendenza rispetto ai prezzi dei voli nazionali, in particolare per le tratte da e per le Isole in regime di continuità territoriale. Gli ultimi dati, illustrati dal Garante per la sorveglianza sui prezzi Benedetto Mineo, evidenziano come l’aumento del prezzo medio dei voli sia di circa il 40% rispetto al 2022 e abbia toccato vette fino al +70% in alcune tratte. Allo stesso tempo invece la dinamica del prezzo del jet-fuel, il carburante di riferimento per il settore dell’aviazione civile, ha mostrato a giugno una riduzione di circa il 45% rispetto allo scorso anno. Adesso la palla passa alle compagnie aeree (Ita Airways, Ryanair, Malta Air, Aeroitalia, Easyjet, Neos e Wizz Air) che dovranno adeguarsi, “correggendo” i prezzi dei biglietti dei voli operati in Italia che sono fuori soglia. Prima di tutto quelle “creati” proprio dagli algoritmi che “gonfiano” le tariffe a seconda dell’andamento della domanda, del flussi di prenotazioni e delle politiche commerciali che, come noto, alzano automaticamente l’asticella tariffaria per chi è costretto a prenotare all’ultimo minuto, ma non per questo può pagare un volo da Roma a Catania come se andasse a New York.
Tra l’altro sia l’Antitrust che la Guardia di Finanza avrebbero acceso un faro dopo l’incontro del 4 luglio tra il Garante dei prezzi e le compagnie, sui listini “impazziti”.
Nei primi sei mesi del 2023 - ha spiegato recentemente Altroconsumo - le tariffe dei voli in Italia sono salite del 50%. Talvolta i prezzi delle compagnie low cost sono stati addirittura superiori rispetto a quelli dei voli di linea. Da un’indagine risulta infatti che i costi accessori possono far aumentare il prezzo iniziale del biglietto anche del 545%.
Le compagnie ribattono che è proprio l’altissima domanda e la scarsità dell’offerta a far lievitare i prezzi. La voglia di viaggiare, dopo la fine della pandemia, ha innescato un effetto a catena, saturando il mercato. Non c’è dubbio però che in molti hanno cercato di approfittarne, non mettendo limiti ai rincari.