INVENTATO DAI NOBILI
«Prendere qualcosa di piccolo», è il significato della parola picnic, nato in Francia nel 1600 come una pausa all’aria aperta che si concedevano gli aristocratici, ma anche occasione per un pranzo veloce tra lunghi viaggi a cavallo o delle battute di caccia. Consumare un pasto all’aria aperta era anche un modo, per i nobili, di sfuggire ai sontuosi e infiniti banchetti ufficiali. Una trasgressione trasformatasi nel tempo in un’occasione di relax all’aria aperta, nel quale gustare piatti preparati appositamente. «Decidere prima, a tavolino, cosa portare e come suddividere tra tutti le portate, così da approcciare il picnic in maniera più equilibrata», è il punto di partenza suggerito da Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Nestlé - Fondazione ADI.
La scampagnata non deve diventare una grande abbuffata, anche se spesso si eccede in quantità a causa dell’entusiasmo del partecipanti. Difficile infatti trovare qualcuno che non ami il picnic, come dimostrano i migliaia di gruppi Facebook, gli oltre 6 milioni di hashtag su Instagram e le foto delle famiglie reali sulla coperta a scacchi. Ma attenzione, a fare la differenza è la qualità di pietanze e bevande, che devono essere sempre fresche e servite alla giusta temperatura. «Via libera a macedonie di frutta, verdura cruda, insalata di pasta o di riso. Salumi, roastbeef, frittate, torte salate valgono come un secondo piatto più che come antipasti. E come tali vanno calcolati nel totale del pranzo, sia per apporto calorico sia per impegno digestivo», consiglia Fatati. Inoltre la regola degli otto bicchieri di acqua al giorno vale sempre e bisogna fare attenzione alle bevande alcoliche, dato che la convivialità induce a eccedere.
Mai sottovalutare il caldo, che deteriora in fretta gli alimenti nonostante le borse frigo: evitare farciture e creme, anche per i dolci meglio prevedere qualcosa di secco. Un suggerimento goloso arriva dal maestro cioccolatiere Alberto Farinelli, della Scuola del cioccolato di Perugia: «Concludere un pic-nic con un buon dolce è una cosa che rende felici tutti, ancor di più quando è goloso e leggero - spiega a Food Affairs - È importante che il dolce sia asciutto e quindi non occorra tenerlo in frigo, come i muffin o i plumcake; altro aspetto utile è che siano facili da tagliare e trasportare: ad esempio brownies e merendine fatte in case sono già porzionati. Infine, l’ideale sarebbe preparare un dolce che si presti ad essere mangiato anche con le mani per evitare di consumare piatti o posate».
PLASTIC FREE
Non ultimo, massima attenzione all’ambiente. «Dobbiamo lasciare il luogo meglio di come l’abbiamo trovato, prevedendo ogni necessità e raccogliendo ogni possibile rifiuto, differenziando quanto più possibile - conclude Fatati - Per un picnic a impatto zero, evitare poi di utilizzare piatti, bicchieri e posate in plastica e ricorrere alle tante alternative più sostenibili disponibili sul mercato.
E infine, smaltire a casa, anziché colmare i pochi cestini presenti, è una regola di civiltà oltre che di buon senso, in quanto corrisponde a lasciarli per strada se la capienza non è sufficiente».