Napoli la puoi percorrere con le scale. Nella città partenopea ci sono oltre 200 percorsi pedonali naturali, 135 scale e 69 gradinate. Potremmo dire un viaggio dal basso verso l’alto e viceversa; alcune rappresentano un vero e proprio patrimonio storico-artistico, oggetto di percorsi guidati e soggetti di set cinematografici e rassegne fotografiche.
Tra queste, sicuramente, le scale di Montesanto tra l’omonima zona del centro cittadino e il Corso Vittorio Emanuele, sono uno dei più antichi e suggestivi percorsi pedonali di Napoli, ad oggi, diventate una sorta di deposito di ogni genere di rifiuti, compresi escrementi e siringhe usate, con inevitabili ripercussioni sulla vivibilità e la sicurezza non solo per i tanti residenti, ma anche per i turisti.
I cittadini sono stanchi e chiedono alla nuova amministrazione di fare presto.
Lo scorso aprile, il Comune di Napoli aveva annunciato il progetto “Città Verticale”, che avrebbe puntato alla riqualificazione e rifunzionalizzazione delle zone di cerniera tra i quartieri del centro storico con la parte collinare della città attraverso la valorizzazione di scale e gradoni (Scalone Monumentale di Montesanto, Pedamentina, Salita Moiariello) o di “sentieri urbani” (salita/gradini Cacciottoli, salita/gradini del Petraio, Calata San Francesco). Inoltre, il programma avrebbe previsto la realizzazione di una “Green line”, un circuito di collegamento con i parchi cittadini, per consentire una fruizione multifunzionale del verde urbano.
Il progetto era stato approvato dalla vecchia amministrazione e sarebbero dovuti partire i lavori il mese scorso. Invece, oggi a distanza di mesi, sono sullo Scalone Monumentale di Montesanto, la spettacolare scalinata a balze in pietra lavica che collega il Corso Vittorio Emanuele con il popolare quartiere di Montesanto ed è abbandonato pressoché totalmente dimenticato ed abbandonato dalle istituzioni.
«C’è un degrado fortissimo, prima di poter scendere bisogna guardare chi c’è e se è possibile percorrere la scalinata in modo sereno e tranquillo senza che possa succedere qualcosa. Tutto questo crea un disagio perché non permette alle persone di muoversi in modo agevole dovendola evitare. Un cittadino non riesce a godere di questa parte città». Così, una signora residente in Corso Vittorio Emanuele commenta la vivibilità della zona.
Sono 135 scale vere e proprie e 69 “gradonate”, molte delle quali in uno stato di completo abbandono e degrado. Questa zona è una delle vittime della pandemia, fino ad un anno e mezzo fa lo scalone era oggetto di tutela e di pulizia. Lungo questa scalinata a balze, dove Vittorio De Sica girò alcune scene del “Giudizio Universale”, si era riuscito a spazzare via siringhe ed immondizia. Periodicamente si allestiva un mercatino del biologico e del riuso e nel terreno incolto si era fatto crescere un orto didattico per i bambini del quartiere. Secondo una signora, non residente in zona: «Cerco di evitare la zona perché ho paura che possa succedermi qualcosa, è una zona abbandonata a sé stessa, la scelgo solo in casi estremi».
Questa è la storia delle scale “vergogna” di Montesanto una vicenda che racconta la sconfitta delle amministrazioni e per la cittadinanza. Un simbolo di sviluppo trasformato in emblema del degrado.