Trentino, trekking e storia nei luoghi della Grande Guerra

Una scolaresca in visita ai luoghi della Grande Guerra
Una scolaresca in visita ai luoghi della Grande Guerra
di Fulvio Fulvi
Venerdì 6 Giugno 2014, 11:19 - Ultimo agg. 21 Giugno, 00:42
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Trincee, strade militari, mulattiere, bunker: su una linea di 520 km dal passo del Tonale alla Marmolada si innestano rifugi, fortini, caverne naturali e gallerie scavate nella roccia. Uno dei teatri della Prima Guerra Mondiale, sul fronte che nel 1914-18 divideva l'Italia dal Trentino austro-ungarico, è diventato un «Sentiero della pace» (www.trentinograndeguerra.it), un percorso per escursioni a piedi o in mountain bike oppure, per i più esperti, per vere ascensioni su impervi crinali.



Tutte occasioni per riscoprire luoghi storici spesso smarriti dalla memoria. Come il Trincerone del monte Zugna, dove i soldati italiani nel 1916 fermarono gli austriaci dopo una dura battaglia, o il campo di Nagià Grom, dalle cui trincee si fronteggiarono a colpi di mortaio e cannone i due schieramenti.



I monti del Trentino testimoni di un'epopea: sui denti del Pasubio perirono migliaia di uomini, sui ghiacciai dell'Adamello e della Marmolada gelo e stenti uccisero più delle armi. Nel Museo della guerra Adamellina di Spiazzo Rendena (www.museograndeguerra.com) si possono vedere armi, divise, lettere, oggetti personali dei militari recuperati dai ghiacciai in disgelo. Poteva ospitare più di 200 militari il forte di Pozzacchio scavato nella pietra dai contadini della Vallarsa, un dedalo di cunicoli, dormitori, cucine, mense, officine e postazioni di sparo. Vi combattè anche il giovane sottotenente Eugenio Montale che raccontò la sua guerra in Trentino intitolandola L'oblìo del mondo (nella raccolta Ossi di seppia) citando il fiume Leno e la Valmorbia.



Gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna custodiscono invece, tra prati e boschi, le tracce delle sette fortezze (visitabili) raccontate dallo scrittore ed ex combattente viennese Fritz Weber nel suo memoriale sulla Grande Guerra, Le tappe della disfatta.



Città della memoria è Rovereto che ospita il Museo Storico Italiano della Guerra (www.museodellaguerra.it), il Sacrario di Casteldante (dove riposano 20.000 militi) e, sul colle di Miravalle, la grande Campana dei Caduti (www.fondazioneoperacampana.it) realizzata con il bronzo dei cannoni fusi, un simbolo di pace tra i popoli: suona cento rintocchi al giorno per ricordare i morti di tutte le guerre e mantenere vive le coscienze dei costruttori di pace. A Trento si può visitare la Fossa del Buonconsiglio, dove furono processati e uccisi gli irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa: eroi di una volta, oggi nomi quasi anonimi di piazze e vie che a stento, per nostra colpa, ce ne rimandano il segno e la gloria.



I NOSTRI CONSIGLI:



Hotel Leon d'oro (via Tacchi 2, Rovereto, www.hotelleondoro.it). Nella città di Rosmini un quattro stelle elegante (una camera doppia a partire da 55 €) a due passi dal centro, con ristorante, giardino e piscina. Qui si può usufruire gratuitamente della Guest Card per entrare in musei e gallerie e usare i mezzi pubblici e gli impianti di risalita.



Casa del pittore Garnì (via Acquedotto 8, Rovereto, www.casadelpittore.it). Un piccolo albergo di charme a 10 minuti a piedi dal centro. Camere mansardate (doppia da 90 €) con pavimenti in rovere. La colazione si consuma in un'accogliente salotto-libreria.



Osteria Le Due Spade (via don Arcangelo Rizzi 11, Trento, www.leduespade.com): esiste da 500 anni, nel centro storico della città del Concilio, propone piatti trentini rivisitati, come lo strudel ai bruscandoi in pasta kataifi con sushi di carne salada e la trilogia di canederli alla ricotta d'alpeggio. Ambiente in stile medievale, con sale rivestite in boiserie e tavoli nella piazzetta (un pranzo, da 25 €). Ideale per una serata romantica.
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