Carloforte, quell'isola tra Africa e Liguria: una realtà unica al mondo

Carloforte, quell'isola tra Africa e Liguria: una realtà unica al mondo
di Gloria Satta
Giovedì 17 Ottobre 2013, 09:10 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 16:38
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Per i sardi l’altrove pi vicino. I residenti si considerano l’anello di congiunzione tra la Liguria e l’Africa. E i turisti si lasciano stregare da un paradiso naturale e una cultura capaci di emozionare e sorprendere, non solo in estate. Carloforte, capoluogo e solo centro abitato dell’isola di San Pietro, è una realtà unica al mondo.



I COLONI

Situata al largo della Sardegna sudoccidentale a poche bracciate dall’isola di Sant’Antioco con cui forma l’Arcipelago del Sulcis, San Pietro ospita un’espressione etnica a linguistica a sé stante: discendenti dei primi colonizzatori settecenteschi, un gruppo di pescatori pegliesi provenienti dall’isola tunisina di Tabarka, gli oltre seimila abitanti di Carloforte parlano ancora oggi l’antico dialetto ligure incrociato con espressioni arabe.

Si chiama ”tabarchino”, questo idioma che riflette la sua doppia natura anche nella cucina: sull’isola il pesto e l’hummus convivono nello stesso piatto mentre i profumi delle spezie orientali si sposano alle pietanze della tradizione genovese.

«Abbiamo una storia bellissima», dice il ristoratore Nicolo Pomata, specializzato nel ”tonno all’antica”, «e malgrado la crisi globale, da noi il turismo non è calato troppo. Chi viene qui, torna». Anche per ascoltare le serenate, una specialità di Carloforte.



IL FESTIVAL

La cittadina, realizzata nel Settecento dall’architetto piemontese Augusto de la Vallée, è piena di case colorate. Esistono ben due cinema e il lungomare ricorda la riviera ligure. Nel mese di settembre, Carloforte si anima grazie al festival ”Creuza de mà”, la manifestazione più importante dell’anno che mette insieme cinema e musica. Il direttore artistico, il regista Gianfranco Cabiddu, nel passato ha ospitato artisti come Piovani, Fresu, Salis, Girotto diventando un punto di riferimento nazionale inserito nel circuito delle Isole del cinema (Tavolara, La Maddalena e Asinara) che organizzano rassegne in Sardegna.



LA NATURA

Per il settimo anno, malgrado i tagli, Cabiddu ha messo in piedi un’edizione di tutto rispetto: «La cultura - dice - è un modo diverso di vivere questi luoghi magnifici».

Uscendo dal centro abitato, s’infittisce la macchia mediterranea: mirto, lentisco, palme nane, ginepri, fichi d’India circondano le tipiche case di campagna chiamate ”baracche”, tutte rivolte a sud, con la schiena al maestrale.

La Lipu, Lega italiana di protezione degli uccelli, garantisce un ”bird watching” ricco di sorprese: a giugno nutrite colonie del falco della regina vengono a San Pietro dal Madagascar per riprodursi, ma puoi vedere anche il rarissimo gabbiano corso, il cormorano dal ciuffo e perfino il passero solitario.



LE SPIAGGE

Il mare è tra i più suggestivi del mondo, punteggiato di spiagge e faraglioni (come le ”Colonne”, recentemente intaccate da una burrasca), grotte, falesie, piscine naturali e insenature. Al largo, sull’Isola Piana, si scorgono i resti della più antica tonnara della Sardegna e tra maggio e giugno il passaggio dei tonni risveglia gli antichi riti della pesca.

A Carloforte sopravvivono mestieri in via di estinzione come il maestro d’ascia, l’artigiano che costruisce a mano le barche. L’ultimo si chiama Angelo Biggio e appartiene a una dinastia in attività dal 1884.

In un capannone davanti al porto, senza fretta estrae dal legno un magnifico gozzo ligure: «Lo faccio per me, è dal 1998 che non abbiamo richieste: nessuno può permettersi più gli altissimi costi di lavorazione e noi sopravviviamo con il rimessaggio», spiega in tabarchino. Eppure, Biggio ospita ogni anno diversi giovani che, in cambio dell’ospitalità, vogliono imparare il mestiere. È la forza della tradizione.



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