Selvaggia Lucarelli a Ponza con 4 bagagli per 4 giorni: «Uno è solo per le scarpe»

Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli
di F.B.
Sabato 3 Agosto 2013, 17:33 - Ultimo agg. 8 Agosto, 19:10
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Ci vuole poco per capire che Selvaggia Lucarelli - blogger, giornalista, conduttrice tv, mamma e pure sexy-showgirl da calendario - un tipetto da prendere con le pinze. Il suo carattere leonino salta fuori persino durante un'innocua intervista sulle sue abitudini di viaggio. Niente più di una chiacchierata al telefono registrata a nemmeno un'ora dal suo approdo in quel di Ponza (mentre trangugia un pasto fugace a bordo piscina). E «Ponza» è appunto la risposta alla prima domanda, quella che apre ogni puntata di questa rubrica («L'ultimo viaggio che hai fatto?»). Perciò si passa direttamente alla seconda.

Selvaggia, il viaggio più bello di sempre?

(Ci pensa 30 secondi buoni) «Lanzarote, mare e relax. Ma anche cultura: ci sono un sacco di opere d'arte bellissime, realizzate da un allievo di Picasso. Un'isola molto aspra ma con un mare che ricorda i Caraibi».

Quello più brutto?

«Resto alle Canarie, ma dico Fuerteventura. Presi un traghetto proprio da Lanzarote. Volevo girarla tutta con la macchina ma non c'era nulla da vedere. Una "sòla" bestiale. Nessuna cittadina degna di essere visitata, spiagge enormi e con un vento assurdo. Un incubo».

L'albergo più bello della tua vita?

«Un hotel a nord di Ibiza di cui non ricordo il nome. Tutto terrazze con una spa strepitosa e da cui si vedevano tramonti indimenticabili. Si trova nella parte meno discotecara e più hippie dell'isola. Bellissimo».

Quando e come fai la valigia?

«Sempre a due ore dalla partenza. Praticamente metto il lucchetto al mio armadio e lo porto via, valigia è un termine improprio. Un esempio? Per quattro giorni qua a Ponza ho con me quattro valige. Ma ci tengo a dirlo: me le porto da sola. E poi non lo faccio per vanità ma per indecisione: ho bisogno di avere in vacanza tutto, per scegliere direttamente sul posto che cosa mettere. Una valigia è sempre solo per le scarpe, a desso ne ho dietro una dozzina di paia».

Cosa porti sempre con te?

«Una o due macchine fotografiche perché ho sempre paura che si scarichino. Soono una patita delle fotografie, forse è una deformazione professionale. Sul mio iPhone ne ho sempre migliaia».

Quello che dimentichi sempre a casa?

«Mmmhhh... l'essenzialità, il minimalismo»

In viaggio è meglio andare soli o in compagnia?

«Sempre in compagnia. Devo poter scaricare le mansioni peggiori a qualcuno... (ride) Comunque mi sono sempre divertita un sacco anche quando ho viaggiato da sola...»

Libri o e-book?

«Libri. Gli e-book non so nemmeno cosa sono. Mi piace sottolineare con la matita. Poi magari anni dopo rileggo cosa ho evidenziato e non capisco perché ma continuo a farlo comunque».

In una città: guida alla mano e itinerario ferreo o a zonzo senza meta precisa?

«Itinerario ferreo. E' una leggenda che girando si incappa nelle cose migliori. Mi piace prepararmi, fissare le cose che voglio vedere a tutti i costi. Poi, fatto lo schema, posso anche improvvisare».

Il piatto che ti è piaciuto di più in giro per il mondo?

«Il gulash in Ungheria»

Il prossimo viaggio?

«A Los Angeles e poi giù lungo la costa fino al Messico.

Con chi?

«Con un fidanzato visto che sono parecchi anni che non lo faccio. E magari stavolta mi sposo a Las Vegas».

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