Giorgio Lupano: «Che bello perdersi in viaggio. Ma io non ci riesco mai»

Giorgio Lupano
Giorgio Lupano
di Giorgia Cardinaletti
Martedì 2 Luglio 2013, 18:03 - Ultimo agg. 5 Luglio, 17:04
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un torinese doc: preciso e metodico soprattutto nel fare la valigia. Protagonista di film e serie televisive, Giorgio Lupano quando si tratta di viaggi non si tira mai indietro, sia per lavoro sia per piacere. Tra poco sarà al Mittelfest di Cividale del Friuli con uno spettacolo tratto da "Microcosmi" di Claudio Magris. Un'esperienza che sta vivendo con il cuore itinerante: dopotutto, racconta Lupano, per girare il mondo può bastare anche un libro.



L'ultimo viaggio che ha fatto?

«Sono stato a Valencia in Spagna per lavoro al Teatro Lirico, una città che non conoscevo e che mi è piaciuta molto».



Il viaggio più bello di sempre?

«Argentina. Ci sono stato due volte. L'ho girata in lungo e in largo, un paese bellissimo con una diversità al suo interno pazzesca: culture, gente, paesaggi. Se potessi ci andrei ogni anno».



Quello più brutto?

«In questi ultimi periodi stanno girando le serie italiane all'estero per una questione di costi. Per questo motivo sono stato in Bulgaria e in Serbia. A Belgrado ci sono dovuto stare per lavoro e anche per periodi lunghi e non mi è proprio piaciuta. Ora fortunatamente stanno cambiando le cose e pare che le serie televisive torneremo a girarle in Italia: probabilmente quindi non ci metterò più piede e sono felicissimo di questo».



L'albergo più bello della sua vita?

«Les Armures a Ginevra, un piccolissimo albergo con le stanze tutte diverse tra loro, molto curate. Un luogo magnifico molto diverso dalle catene dei grandi hotel».



Quando e come fa la valigia?

«La mia valigia è molto torinese, sono un metodico. Strategia collaudata dopo anni di partenze al volo, sono uno specialista. La preparo in venti minuti».



Cosa porta sempre con sé?

«Non c'è un oggetto che mi porto sempre, sicuramente cerco di partire con tutto quello che penso mi possa servire, anche se oggi si può trovare tutto ovunque».



Meglio soli o in compagnia?

«Ho viaggiato parecchio da solo. Secondo me l'ideale è una compagnia molto piccola e affiatata, oppure in due. Bisogna conoscersi prima però, non si può approfondire i rapporti in viaggio: è troppo rischioso».



Libri o e-book?

«Sono troppo legato alla carta, mi piace il libro in tutte le sue sfumature: quando arrivi alla fine che è tutto consumato, quando lo tiri fuori dalla valigia con gli angoli piegati. Mai letto un libro su un tablet».



In una città: guida alla mano e itinerario ferreo o a zonzo senza meta precisa?

«Prima di partire compro sempre una guida sul posto, poi però non la porto con me. Ho un forte senso dell'orientamento, posso girare tranquillamente con la mia bussola interna senza perdere i riferimenti. A volte mi piacerebbe perdermi, ma non ci riesco».



Il piatto che più le è piaciuto?

«Adoro mangiare. I miei piatti preferiti sono: il cioccolato a Torino, il brodetto di San Benedetto del Tronto cucinato dalla signora Norma, un piatto unico fatto con quattordici tipi di pesce, e qualunque tipo di carne in Argentina, mangiarla lì è davvero un'esperienza, fosse per me ci farei anche colazione».



Quello che dimentica sempre a casa?

«Non dimentico mai nulla a casa, ma perdo un sacco di cose durante il viaggio. E questo è un bene perché così, liberando spazio in valigia, posso portare i souvenir senza pagare extra per il peso».



Il prossimo viaggio?

«Sempre legato al lavoro. Il 13 luglio al Mittelfest a Cividale del Friuli farò uno spettacolo tratto da un libro di Claudio Magris "Microcosmi". Un viaggio non solo a Cividale del Friuli, ma un viaggio bellissimo in cui è l'autore stesso a portarmi».
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