Couchsurfing: come girare il mondo dormendo su un divano

Couchsurfing
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di Cristina Montagnaro
Venerdì 29 Novembre 2013, 15:45 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 17:37
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Immaginate un ragazzo zaino in spalla e la possibilit� di stringere amicizie viaggiando, grazie all’ospitalit� delle persone del posto. L’idea è accattivante ed è quello che sta dietro al couchsurfing, dormire gratis sul divano, visitando paesi diversi dalla Cina all’Italia.



L’ispirazione è nata nel 2004 da uno studente americano di 25 anni che decide di farsi un viaggio in Islanda e dopo un po’ rimane senza soldi e pensa di farsi ospitare da ragazzi dell’università di Reykjavìk. Da questa proposta è nato il sito web www.couchsurfing.com, che è diventato una rete mondiale e ha come obiettivo mettere in contatto i viaggiatori, dando e ricevendo ospitalità.



I dati del turismo italiano non sono confortanti, anche se - secondo l’osservatorio nazionale del turismo- nel primo trimestre del 2013 si è registrato un aumento dell’1,2 percento rispetto al 2012 del numero di vacanze degli italiani. In parallelo gli utenti del couchsurfing sono cresciuti e ora sono 6 milioni,100.000 città e 223 paesi, dove è possibile chiedere ospitalità.



Questo fenomeno è un modo diverso di viaggiare non si usano bed and breakfast o case in affitto, ma si dorme sul divano di casa degli utenti e cosa importante non si utilizza il denaro, altrimenti si viene esclusi dalla comunità.



Ma vediamo come funziona: iscriversi è molto facile si va sul sito couchsurfing.com e si crea un profilo con foto, descrizione di sé, dei propri sogni e delle proprie passioni. Non è obbligatorio ospitare, si può rifiutare o si può dare la propria disponibilità, anche solo per bere qualcosa insieme.



La filosofia del couchsurfer la spiega Sirio Carnevalino. E’ un ragazzo di Roma di 33 anni, che da settembre del 2008 appena finita l’università decide di iscriversi per condividere la propria passione per i viaggi.



«Non che il lato economico non sia importante, ma dietro c’è un modo di intendere il viaggio di condivisione, di fare bellissime esperienze umane e di amicizie, che a volte durano per sempre. Inoltre mi dà la possibilità, qualora mi trovi in città straniere, di uscire e conoscere membri della comunità locale, anche solo per prendere una birra o una passeggiata».



Infatti il sito web lo si può utilizzare in molti modi non solo per ospitare o viaggiare ma anche per conoscere persone del luogo con cui andare a prendere un aperitivo o chiedere suggerimenti ai viaggiatori su posti che si debbono assolutamente vedere o ristoranti a prezzi economici.



Infatti ogni città ha una sua comunità d’appartenenza le più grandi si trovano a Milano e a Roma, che ha 20.000 iscritti.



Quella della sicurezza è un lato importante e come essere certi di trovarsi in casa una persona affidabile?



Per esempio attraverso il metodo delle referenze. Dopo essere ospitati, aver ospitato o anche aver conosciuto un coachsurfer si dà un giudizio, che va da estremamente positivo a estremamente negativo e più referenze positive si hanno più si è tenuti in considerazione.



C’è poi anche il sistema di certificazione del proprio domicilio. Si riceverà una cartolina dall’America con un codice di verifica da riportare online per essere sicuri che la casa esista davvero.



«Nei primi due anni ho ospitato molto, poi ho preferito viaggiare - racconta Sirio - e sono stato tre mesi in Asia, dove ho trovato ospitalità e compagnia, in Cina, Giappone, Sud Corea, Russia, Mongolia, ad Ulan Baatar e Dubai. Ora mi trovo a Kiev per lavoro e tutte le sere esco con qualcuno del gruppo couchsurfer».



Quanti più doti di curiosità, di ricerca di esperienze nuove e spirito d’adattamento si hanno tanto più la probabilità di fare un soggiorno piacevole attraverso questo nuovo modo di viaggiare sarà alta.
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