Una fisarmonica e un contrabbasso come sottofondo ad atmosfere berbere del deserto che tracciano ponti con la cultura mediterranea magari seguendo quel filo che nei secoli passati ha unito due mondi.
Così Carmine Ioanna è pronto a tornare con un nuovo album: Budawi questo il titolo del lavoro realizzato lo scorso autunno in Arabia Saudita e che è in uscita nel mese di giugno. Da quando è una colonna dello show OvO del Cirque du Soleil, il mondo è diventato poco più di un fazzoletto per il musicista di Ponteromito. Ed ecco che ogni posto può diventare quello giusto anche per registrare nuove idee.
Nella capitale Riyad si è concretizzata la possibilità di incidere nuove sonorità.
Un virus contagioso che ha coinvolto tutta la band di OvO. Tutti a dare un contributo a Ioanna nella sua nuova produzione discografica: Giovanni Montesano al contrabbasso, Marquinho da Luz alle percussioni, Robson Cerqueira, chitarra e mandolino elettrico, Caroline Lemay all'oboe, Mitchell Grobb al violino. L'ingegnere del suono è Santiago Bernal, le foto sono di Gerry Regitschnig mentre i video sono stati curati dalla moglie di Ioanna, Morgana Grindel che fa parte anche lei della grande famiglia del Cirque. In Italia poi è arrivato il cesello della tammorra di Luca Rossi. Il disco è prodotto dall'etichetta partenopea Soundfly. «Musicalmente ho provato a fare sintesi di questa mescolanza di culture. Fino a qualche anno fa la musica era addirittura bandita. Ci siamo trovati al Valley Studio Riyad a registrare. Un'esperienza nuova e stimolante anche per i tecnici del luogo». Si tratta del quarto album di Ioanna dopo Solo (2014), Soli in viaggio (2018) e Ioanna music Company (2021): «E' il mio primo disco in duo con un contrabbasso».
Alcuni degli 8 titoli evocano il Medio Oriente. C'è la sabbia di Sand, c'è Nadir. Carmine d'Arabia ha avvertito le differenze: «Lo shock culturale è consistente sia per noi che per loro. Ho visto però un mondo in pieno cambiamento. Si stanno aprendo all'occidente e lo stanno facendo con un modello di sviluppo che ha in sé qualcosa di ciclopico. Si progettano parchi con un milione di alberi, mentre nel nordest del Paese è stato varato questo incredibile progetto, The Line, una smart città verticale lunga 170 km nel deserto. Rispetto al passato sono più aperti a ricevere la cultura occidentale. Il cammino è ancora lungo, tante sono ancora le restrizioni». Ma il deserto è già un ricordo. Il Cirque du soleil ora è in Scandinavia, a Malmoe, dopo aver toccato Kuwait, Dubai, Il Cairo, Repubblica Ceca.
La fisarmonica di Ioanna è un must. C'è anche una sua composizione, Crepuscolo, che accompagna un'esibizione di hair hanging. Lo spettacolo OvO è atteso in Italia. Già si conoscono le date: Torino (28 settembre/1 ottobre) e, dopo la parentesi francese di nuovo a Pesaro (26/29 ottobre), Bologna (2/5 novembre), Firenze (8/12 novembre). Il Cirque, solo qualche mese fa, ha perso uno dei suo padri, un altro irpino, Franco Dragone. «La sua memoria è molto viva. Tante persone della produzione hanno lavorato fianco a fianco con lui. Era molto stimato. Io ho avuto modo di conoscerlo in Irpinia qualche anno fa nel Festival Cairano 7x».