In bici tra gladiatori e butteri: Roma e l' Argentario

In bici tra gladiatori e butteri: Roma e l' Argentario
di Cristina Montagnaro
Sabato 17 Settembre 2016, 10:45 - Ultimo agg. 20 Settembre, 15:28
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 Percorrere in bici  la Maremma e pedalare tra i profumi della macchia mediterranea e le fortezze spagnole che costeggiano il promontorio del Monte Argentario,  è un’esperienza unica. Come unici sono anche  la flora e la fauna di questa terra.

 

Ai bici-amatori e agli amanti del turismo slow in bicicletta si rivolge il viaggio Roma e l’ Argentario, in bicicletta, proposto da Zeppelin, tour operator di turismo consapevole, che  organizza vacanze attive con mezzi alternativi, a ritmo lento per vivere a contatto con la natura.
In sella alla propria bici si pedalerà tra i butteri e i gladiatori, perché la partenza sarà proprio dalla città eterna, Roma per poi percorrere la Maremma, alla scoperta dell’entroterra toscano dove la natura è la vera protagonista.
In Toscana il WWF gestisce tre oasi uno vicino al Monte Amiata, e due sul Tirreno: quella di Burano e quella di Orbetello. Si tratta di zone dove vivono piante selvatiche e dove trovano rifugio animali rari, si potranno ammirare: fenicotteri, ma anche  decine di migliaia di anatre, aironi, aquile, falchi, folaghe e tanti uccelli come il Cavaliere d’ Italia, il simbolo dell’oasi di Orbetello e uccelli coloratissimi.
Lentamente si attraverserà il centro storico della suggestiva cittadina di Orbetello e si ammirerà la laguna, riserva naturale.
L’indomani si pedalerà verso Porto Ercole e il Tombolo della Feniglia, verso l’incantevole promontorio del Monte Argentario, che si protende verso il Mar Tirreno, seguendo la ciclabile che dalla laguna che porta alla Rocca di Porto Ercole. Ci si fermerà ad ammirare a i graziosi vicoli del paese, per poi proseguire lungo la famosa Panoramica dell’Argentario, che porta dritti alla spiaggia della Feniglia.
Lungo la spiaggia della Feniglia, tempo fa c’erano anche coleotteri rari che sono ad oggi scomparsi, c’è una vegetazione ricca con tronchi, piante pioniere, camomilla marina, giglio marino e questo habitat permette di portarsi a casa un ricordo straordinario.
La tappa successiva è quella delle coste e della campagna di Capalbio. 45 chilometri alla scoperta della Maremma, tra mare e montagna. Qui la natura è protagonista: splendidi paesaggi si incontrano lungo la laguna di Ponente raggiungendo i resti di Cosa, antica città romana sul promontorio di Ansedonia. Immersi con i profumi della macchia mediterranea e con il mare blu si pedalerà fino all’Oasi WWF di Burano.
410 ettari dove ci sono animali come: morette, moriglioni, svassi, aironi, fenicotteri, molti rapaci, come il falco di palude, le albanelle, il falco pescatore, il falco lanario, e piccoli passeriformi come l’occhiocotto, la sterpazzolina e il beccamoschino. Tra i mammiferi sono presenti: l’istrice, il tasso, la volpe, la donnola, la faina e la rara puzzola. E per le piante: narciso di mare, santolina, eringio marino, ammofila arenaria e, sulla sommità e nella zona dietro le dune: ginepro coccolone, ginepro fenicio, mirto, fillirea, lentisco e quercia da sughero.
Altri chilometri in bici allontanandosi dalla costa, alla scoperta dell’entroterra della Maremma: dolci colline punteggiate da campi coltivati, animali liberi al pascolo, terre strappate alla palude, profumi e colori d’autunno e scorci di vita campestre che regalano un tuffo nel passato. Si raggiunge Magliano in Toscana, antico borgo medioevale. Si sale su un antico sentiero dalla pavimentazione romanica fino ad arrivare alla splendida Abbazia di San Bruzio, immersa tra gli ulivi. Sempre in sella arriviamo poi ad Albinia per tornare poi ad Orbetello.
«La bicicletta é oggi uno dei mezzi migliori per fare turismo e per viaggiare servono curiosità, un po’ di iniziativa e la giusta dose di comodità. Per questo le vacanze sui pedali stanno acquistando sempre più popolarità: piace l’idea di viaggiare a ritmo lento lungo piste ciclabili o su strade lontane dal traffico, a contatto con la natura e le tradizioni locali dei paesi che si attraversano» afferma Anita Andriolo, di Zeppelin.it  (http://www.zeppelin.it/).

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