Da Lopetegui al «no» di Kakà al City, se il mercato lo decidono i tifosi

Un comunicato della curva ha convinto il Milan a scartare lo spagnolo per la panchina

Lopetegui
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Gennaro Arpaiadi Gennaro Arpaia
Mercoledì 1 Maggio 2024, 07:53 - Ultimo agg. 2 Maggio, 07:50
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Lopetegui? No, grazie. Quando il mercato - anche degli allenatori - lo fanno i tifosi, le cose possono complicarsi. Come a Milano, sponda rossonera. L'annuncio della pole position dello spagnolo per il prossimo anno ha gettato nello sgomento i milanisti. Che dopo Pioli aprirebbero volentieri le porte al pur ex Juve e Inter Conte. Il punto, però, è che alla dirigenza del Milan Conte sembra proprio non interessare. Il #Nopetegui è diventato virale sui social e il club rossonero ci sta pensando. Ma è davvero giusto che siano i tifosi a prendere queste decisioni?


Non ci si scandalizzi, non è certo la prima volta. I tifosi provano da sempre a indirizzare le decisioni dei propri club del cuore. Qualche mese fa, a Roma, non avevano visto di buon occhio l'eventuale arrivo di Bonucci dalla Juventus e giù di contestazioni, forti. In rete ma anche no. Alla fine il difensore scelse di espatriare per trovare spazio, ma senza fortuna. I tifosi del Milan, però, sanno di cosa parlano. E sanno anche come indirizzare le trattative di mercato. Successe nel 2009 con Kakà, il brasiliano in rampa di lancio nel calcio in quel momento che sembrava già avere addosso la maglia del Manchester City.

Il passaggio, però, saltò per le proteste vibranti dei tifosi. Che vinsero. Peccato, però, che il brasiliano passò al Real Madrid qualche mese dopo. E lì non ci fu molto da fare. Milano caput mundi...degli affari interdetti dal tifo. Come quando nel 2014 Juve e Inter non riuscirono a scambiare Vucinic-Guarin per il no della piazza. Più importanti le proteste dei tifosi del Bari per l'eventuale arrivo di Portanova qualche tempo fa, con il calciatore al centro di un caso nazionale, condannato per violenza sessuale di gruppo. O quelle del Rayo Vallecano che costrinsero l'ucraino Zozulya a tornare al Betis, accusandolo di essere un «nazista».


E quando i club non ascoltano i tifosi? Non è detto vada male. Anzi. Basti chiedere alla Juve post Conte che punta su Allegri tra mille contestazioni o al Napoli che sceglie Spalletti nell'estate del 2021. Molti tifosi che oggi lo venerano per lo scudetto, non gli avevano aperto le porte al meglio quell'estate. Storie di mercato e di sliding doors. Ma soprattutto di progetti. Va bene l'amore per la propria squadra, ma sono le società a scegliere assumendosi le proprie responsabilità. E magari a vederci anche giusto.

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