Il capitale Euromediterraneo: nuovo asse Nord-Sud

Si riuniscono oggi a Bruxelles tutte le accademie delle scienze dei Paesi europei

Si riuniscono oggi a Bruxelles tutte le accademie delle scienze dei Paesi europei
Si riuniscono oggi a Bruxelles tutte le accademie delle scienze dei Paesi europei
di Patrizio Bianchi
Lunedì 6 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 7 Maggio, 19:59
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Si riuniscono oggi a Bruxelles tutte le accademie delle scienze dei Paesi europei. Le Accademie sono la massima espressione della cultura, della scienza e della ricerca di ognuno dei Paesi aderenti all'Unione Europea, che in via straordinaria hanno deciso di rivolgere un appello a chi si candida al prossimo Parlamento europeo per avvertire, con tutta la forza del loro prestigio, che la vera sfida per la sopravvivenza dell'Europa è tutta legata alla qualità delle nostre risorse umane, cioè delle nostre persone, dei nostri giovani e quindi della nostra scuola, delle nostre università, della nostra ricerca.

Il documento 

Il documento delle Accademie nazionali delle Scienze, fra cui la nostra Accademia Nazionale dei Lincei, che io stesso rappresento in questa unica occasione, si intitola «Il futuro dell'Europa dipende da una scienza ed una istruzione solida, aperta e libera: Indirizzo dei Presidenti delle Accademie delle Scienze degli Stati membri dell'Unione Europea ai candidati per le elezioni del Parlamento Europeo del 2024».

L'Europa non dispone di risorse naturali, né oggi controlla le tecnologie di base. Non si producono in Europa né i semiconduttori, che stanno alla base dell'intero ciclo del digitale e che sono concentrati al 90 per cento tra Cina e Taiwan, né abbiamo imprese, come le americane Big Tech, che dominano i motori di ricerca e le reti, in cui il digitale si traduce in nuova industria ed in vita quotidiana di miliardi di persone.

Dove allora l'Europa può trovare la sua via, se non nella capacità di applicare quelle tecnologie e quegli strumenti alla ricerca ed alla soluzione dei problemi fondamentali, operativi della vita stessa delle nostre società umane, dalla salvaguardia, anzi dalla ricostruzione di un ambiente pericolosamente deturpato, alla salute e qualità della vita di ognuno di noi. D'altra parte sono proprio questi i settori produttivi, in cui le imprese europee riescono ad esportare sia negli Stati Uniti che in Cina, che in ogni altra parte del mondo.

Per recuperare un proprio spazio vitale in questa economia globale, ma anche per assicurare a tutti i nostri cittadini un ambiente sano ed una qualità della vita soddisfacente, elementi fondanti la stessa identità europea, servono competenze, capacità operative, spirito critico, quindi persone, che nessuna intelligenza artificiale del resto realizzata altrove- potrà mai surrogare, ed anzi proprio le nuove tecnologie digitali più avanzate richiedono al massimo livello competenze di alto livello. 

L'età media 

L'Europa del resto è la regione del mondo con la più alta età media, oltre i 45 anni, fatto questo straordinariamente positivo e dimostrazione di come 80 anni di pace abbiamo permesso di elevare la attesa di vita di 25 anni.

Tuttavia si stanno riducendo rapidamente il numero dei nostri giovani. È su di loro, ma anche su di noi che dobbiamo investire. Investire in una ricerca, che si rivolga ai problemi fondamentali e operativi dell'intera società - come scrivono le Accademie riunite - e che si traduca in scuola per i ragazzi ma anche per l'aggiornamento continuo di adulti che rischierebbero altrimenti di vedersi spiazzati continuamente dalla trasformazione del lavoro.

Questo richiamo, così autorevole deve rivolgersi in particolare all'Italia, dove l'età media ha raggiunto i 48,4 anni, con una attesa di vita fatto eccezionale, da sottolineare con forza - gli 85 anni per le donne ed 83 per gli uomini, ma le nascite continuano a ridursi raggiungendo nel 2023 il minimo storico di 379 mila bambini.
Il recente Rapporto sull'Economia dei Distretti industriali della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ci informa del resto che molti distretti del Nord-Ovest, che in questi anni sono stati il motore della crescita italiana, sono già in blocco, perché non si trova più un personale adeguato ai bisogni di innovazione di imprese, che vogliono essere leader nel mercato globale. Non solo tecnici che sappiano usare questa o quella macchina - questa fase è passata- ma persone che sappiano gestire processi di trasformazione continui, innovando e rispondendo ai bisogni sempre nuovi di società in cambiamento. 

Il nuovo asse 

Questo richiede un salto di dimensione negli investimenti europei in scuola, università e ricerca, legando sempre più i percorsi educativi e produttivi, intrecciando le scuole, le università, le imprese non solo europee, ma noi riteniamo sempre più del Mediterraneo, qualificando e dando forza al nuovo asse di sviluppo Nord-Sud, che è la vera sfida ma anche l'opportunità per l'intera Europa, che vede oggi al suo centro il nostro Mezzogiorno.

Questo l'appello che la parte più qualificata e prestigiosa della ricerca, dell'educazione, della ricerca europea rivolge a chi si candida a rappresentare tutta Europa: non si tratta di una sfida per una supremazia perduta, ma per una sopravvivenza che testimoni come pace e sviluppo si fondano sulle persone e su comunità aperte e democratiche. 

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