Tribunale di Napoli, pm aggredita in aula con una borsa: nei guai madre dell'imputato

Nella requisitoria il magistrato chiede la condanna e si scatena l'ira

Un'aula del tribunale di Napoli
Un'aula del tribunale di Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 4 Maggio 2024, 01:21 - Ultimo agg. 14:15
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Si pensa all’aula di tribunale come ad uno tra i luoghi più sicuri e meglio protetti. Errore. E a dimostrarlo è un incredibile episodio che si è verificato l’altra mattina all’interno del palazzo di Giustizia del Centro direzionale, dove un pubblico ministero è stato aggredito al termine della sua requisitoria.

L’assalto

Ricapitoliamo i fatti. Giovedì mattina, aula della sesta sezione penale, la solita folla e i testimoni in fila per essere ascoltati dal giudice. Intorno alle 11 viene esaminato il caso di un 40enne napoletano, imputato e detenuto dietro le sbarre di un gabbione, accusato di violenza sessuale. Il pubblico ministero di udienza è Gloria Sanseverino, magistrato di lungo corso che è stata a lungo impegnata anche alla Direzione distrettuale antimafia.

Il processo volge alle ultime battute e nella sua requisitoria il pm chiede che l’imputato venga condannato a sei anni. A quel punto il 40enne perde la testa: inizia a inveire contro la Sanseverino e tenta anche di colpirla lanciandole una stampella con la quale si aiutava a camminare. Il lancio fortunatamente non va a segno, ma è solo l’inizio di un altro parapiglia. Poi interviene la madre dell’imputato: dal settore riservato al pubblico raggiunge il banco del sostituto procuratore, afferra la sua borsa poggiata sul tavolo e gliela scaglia addosso.

Solo l’intervento degli avvocati presenti in aula riuscirà a evitare il peggio. Per la donna violenta scatta una denuncia.

Il commento

Solidarietà alla Sanseverino viene espressa dalla giunta esecutiva del distretto di Napoli dell’Associazione Nazionale Magistrati. «La collega - si legge in una nota firmata dalla presidente dell’Anm di Napoli, Ida Teresi - è stata vittima di una violenta aggressione solo per avere svolto le sue funzioni di pubblico ministero, illustrando le sue conclusioni e formulando le sue richieste.

Esprimiamo inoltre preoccupazione per la mancanza di un costante presidio delle aule di udienza da parte delle forze di polizia presenti nel palazzo di Giustizia, mancanza che espone magistrati e difensori alla possibilità di ritorsioni da parte degli imputati, dei loro familiari e delle altre persone presenti allo svolgimento dei processi».

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