Avellino, caos Iia. Intervista Emilio De Vizia: «Non possiamo perdere un'altra occasione»

Il presidente di Confindustria Avellino vuole evitare la privatizzazione

Avellino, caos Iia. Intervista Emilio De Vizia
Avellino, caos Iia. Intervista Emilio De Vizia
di Alessandro Calabrese
Lunedì 29 Aprile 2024, 09:26 - Ultimo agg. 09:27
3 Minuti di Lettura

La Iia può ancora essere salvata da una prospettiva incerta ma la classe dirigente irpina deve intervenire con decisione sul governo. Il presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia, non ci sta ad assistere a una privatizzazione per l'azienda e il suo stabilimento di Flumeri e lancia un appello alla classe dirigente della provincia.

Presidente De Vizia, alla luce dell'ultimo tavolo sindacale al MiMit è ancora possibile un piano di rilancio per Industria Italiana Autobus?
«Serve la volontà della nostra classe dirigente, finora troppo distratta, che evidentemente non ha ben compreso l'importanza della questione.

Il futuro sviluppo economico dell'Irpinia è strettamente legato a quello della Valle dell'Ufita e, quindi, anche al rilancio della Iia e del suo indotto, oltre che a un utilizzo proficuo di quel milione di metri quadri di terreno che potrebbero essere assegnati per nuovi investimenti».

Il futuro della Iia potrebbe cambiare con l'acquisizione della cordata Gruppioni-Marchesini-Stirpe?
«Senza alcun dubbio, parliamo di imprenditori di grande spessore che danno ampie garanzie. Uno di questi da anni opera anche in Irpinia. Non si può scegliere un'offerta rispetto ad un'altra solo basandosi su un importo leggermente più elevato. Ma chi poteva interloquire con Roma, con il ministero e il governo si è fermato alle prime risposte».

A chi si riferisce?
«Facciamo prima a dire che a parte me, che ho scritto lettere ai ministri, avuto incontri e sollecitato tavoli di concertazione, e i sindacati che pure si sono battuti, nessuno è andato al di là di qualche colloquio iniziale. Perdere imprenditori come Marchesini, Stirpe e Gruppioni per il territorio è una mazzata. Darebbero anche un impulso generale alla crescita. Invece, tutto viene configurato in termini di speculazione. I parlamentari irpini parlino con Leonardo. Servono soggetti credibili e un piano industriale concreto».

Cosa bisognerebbe fare?
«Per trovare una via d'uscita va effettuata un'azione a livello di territorio con i suoi riferimenti politici e istituzionali. La prima cosa da fare attraverso l'Asi è sbloccare la cessione dei terreni dove non si svolgono attività produttive e realizzare dei lotti industriali. Non ripetiamo l'errore fatto con Del Rosso: chi prende l'azienda non deve mettere le mani su tutta l'area disponibile a meno che non presenti un piano per un uso imprenditoriale di 1 milione di metri quadri. Poi va organizzato un confronto in Irpinia. Questa operazione gestita senza alcuna trasparenza non può passare sotto silenzio ed essere solo subita».

Punta l'indice contro i politici irpini?
«Mi sembra ormai del tutto evidente che a qualcuno lo sviluppo della Valle Ufita con l'Alta Velocità-Alta Capacità ferroviaria, la piattaforma logistica e la stessa Lioni-Grottaminarda, non faccia piacere. Perché, magari, punta su Napoli e Salerno. Per difenderci, però, abbiamo bisogno di una classe dirigente pronta a scendere in campo e farsi sentire. In questo momento ciò non avviene».

Ha in mente altri esempi?
«Basta vedere cosa accade alla Camera di Commercio Irpinia-Sannio, "occupata" da Salerno. Perché i consiglieri regionali non fanno niente? La verità è che l'Irpinia ha perso l'autorevolezza politica di un tempo e non è capace neanche di fare proposte. Gli enti di servizio sono lo specchio di tutto ciò a partire dall'Asi: depurazione che non funziona, servizi zero e lotti a prezzi esagerati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA